SICILIA – Un primato di cui andare tutt’altro che fieri quelli che colloca la Sicilia in cima alla classifica dei “codici rossi” e la pone ai primi posti per casi di revenge porn e stalking. Questo è ciò che rivelano i numeri pubblicati in un report elaborato dal Ministero dell’Interno. Dati che fanno sempre male ma oggi, 25 novembre, giornata dedicata alle donne vittime di violenza, provocano molto più dolore e sconcerto.
Nei primi dieci mesi del 2021 sono infatti aumentate del 10% le violazioni dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e dei divieti di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (da 1.584 a 1.740). A due anni dall’entrata in vigore del Codice rosso sono stati 4.234 i casi in tutta Italia, con le prime cinque posizioni occupate da Sicilia (585), Lazio (452), Lombardia (398), Piemonte (386) e Campania (340).
In forte crescita anche i reati di deformazione dell’aspetto della persona con lesioni permanenti al viso (+35%, da 46 a 62). In totale, dall’entrata in vigore della legge sono stati 143 i delitti di questo tipo commessi. Le vittime donne sono il 22%, gli autori sono nel 92% dei casi di sesso maschile.
Aumenta anche il reato di costrizione o induzione al matrimonio – introdotto con il Codice rosso – che ha fatto registrare un incremento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: +143%, da 7 a 17.
Un altro dato rilevante segnala la crescita forte del fenomeno del revenge porn: 1.099 i casi di quest’anno, il 45% in più rispetto ai 759 dello scorso anno. Secondo il Viminale dall’introduzione di questo reato nel 2019 sono stati complessivamente 2.329 i casi denunciati, le vittime sono nel 73% dei casi donne, italiane (87%), maggiorenni (82%). Le regioni in cui, in valori assoluti, si è registrato il maggior numero di violazioni sono la Lombardia, la Campania e la Sicilia.
La maggior parte delle donne vittime dei cosiddetti reati spia, dallo stalking ai maltrattamenti alle violenza sessuale, ha un’età compresa tra 31 e 44 anni (36% nel 2020 e 34% nel 2021) e seguono quelle di età compresa tra i 18 e 30 anni (22% si quest’anno che l’anno scorso). Nei primi dieci mesi del 2020 e del 2021, la percentuale di vittime minorenni si attesta all’8%.
Per quanto riguarda il profilo degli autori dei reati, la maggior parte (il 38% secondo i dati di quest’anno) ha un’età compresa tra i 31 e 44 anni, cui seguono quelli della fascia tra i 45 e i 54 anni (sono il 23% nel 2021) e quelli tra i 18 e 30 anni (20% nel 2021), i minorenni sono il 2%. Sono italiani nel 73% dei casi.