L’agricoltura biologica, fra etica e sviluppo

L’agricoltura biologica, fra etica e sviluppo

CATANIA – Siamo ciò che mangiamo, diceva il filosofo Feuerbach. Un po’ per sana convinzione salutista, un po’ per moda, l’etica dell’alimentazione si è affermata sempre più. Una prova? La lunga crisi ha mandato in picchiata i consumi in generale, ma la domanda di cibi biologici macina record anno dopo anno.

Lo slogan che i prodotti biologici sono quelli “fatti senza l’impiego di sostanze chimiche” è fin troppo semplice, fino a rasentare la banalità. È come rifilare la vecchia storiella della cicogna per spiegare al bambino come è nato. Se bastasse chiudere la porta alla chimica, sarebbero biologici la gran parte dei prodotti provenienti da quei paesi che, per arretratezza strutturale, non hanno risorse economiche per l’acquisto di mezzi chimici. Assecondare solo la natura non basta. Produrre in biologico è molto, molto di più. Richiede un impegno maggiore di scienza e tecnica. Richiede un approvvigionamento di semi e piante molto specifico. Richiede un costante aggiornamento sulla legislazione di settore, ricca e in continuo fermento. Non ultimo, richiede una serie di atti formali e di collegamenti con enti esterni ed autorità.

La peculiarità del biologico è che valica i confini del mercato, cioè di chi vende e di chi compra i prodotti biologici. I paesi evoluti tutelano e incentivano l’agricoltura, perché soddisfa i bisogni primari dell’uomo ed evita di cadere nella dipendenza alimentare, che sta spesso alla base di tensioni e conflitti geo-politici fra nazioni. Nel caso dell’agricoltura biologica, però, il respiro si fa più ampio: da un lato si mira ad ottenere un prodotto e quindi un reddito, dall’altro si spinge verso la tutela del patrimonio ambientale e la salvaguardia del paesaggio rurale. Beni cioè di cui fruisce l’intera collettività, anche chi non compra prodotti biologici.

L’agricoltore che pratica la coltivazione biologica si sobbarca un impegno non indifferente: altri costi, rese minori, nuovi vincoli e controlli da parte di autorità preposte. Tutto ciò si aggiunge agli adempimenti cui va soggetta qualsiasi produzione destinata all’alimentazione.

QUALI AIUTI PER L’ AGRICOLTORE

Pur se complessa nelle fasi di avvio e nella gestione, l’agricoltura biologica è premiante nel lungo periodo. Lo riconosce il mercato e lo riconosce l’Unione Europea, che riserva ingenti risorse economiche da corrispondere ai coltivatori.

Per aiutare gli agricoltori degli Stati membri, l’attuale Politica Agricola Comunitaria (PAC) ha messo in cantiere per il periodo 2014 – 2020 una folta serie di misure incentivanti. La Regione Sicilia li ha implementati nel proprio Programma di Sviluppo Rurale (PSR).

Un esempio per star più in casa nostra: l’agricoltore siciliano decide di praticare agricoltura biologica, informa le autorità, chiede ad un Organismo di Certificazione di essere assoggettato ad un sistema di controllo ed assolve gli adempimenti richiesti. Già questo, indipendentemente dal mercato ove piazza il prodotto e dal prezzo di vendita, lo qualifica a pieno titolo a godere del premio monetario Europeo (erogato, nel suo caso, dalla Regione Siciliana).

La pubblicazione del BANDO PUBBLICO relativo alla Misura 11 del PSR 2014 – 2020 da parte della Regione Siciliana è un’opportunità da cogliere tempestivamente e senza esitazione soprattutto per gli agricoltori che conducono superfici dove non è mai stato applicato il metodo dell’agricoltura biologica: l’erogazione del premio si protrae per sette anni. Per funzionare bene, il meccanismo necessita di competenze multiple che operano di concerto: fornitori di mezzi tecnici specifici, agricoltori, tecnici consulenti, autorità pubbliche ed enti di certificazione.

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ECOGRUPPO ITALIA, IL SICILIANO CHE AVANZA

Proprio in Sicilia, culla di produzioni biologiche d’eccellenza, ha sede uno dei protagonisti di questo settore. Si tratta di ECOGRUPPO ITALIA, la società di certificazione INTERAMENTE SICILIANA che ha mosso i suoi primi passi oltre 20 anni fa, quando la Comunità Europea ed i suoi stati membri delineavano le prime regole sull’agricoltura biologica. Fra i primi in Italia ad essere autorizzati ed accreditati per effettuare controlli e certificazioni di conformità, ECOGRUPPO ITALIA ha allargato nel tempo i propri confini geografici, portando know-how ed esperienza anche all’estero. Occorrono diverse verifiche documentali, ispezioni in sito e analisi di laboratorio prima di formulare una valutazione di conformità. A questa fase segue l’emissione dei certificati, validi per la vendita dei prodotti e indispensabili per ottenere i contributi comunitari.

DA DOVE SI COMINCIA

Agronomi, Tecnologi alimentari e funzionari dei CAA (Centri di Assistenza Agricola) forniscono supporto per la presentazione della “Notifica” per ottenere la certificazione e presentare “domanda per i contributi” a favore del biologico. Bisogna comunque considerare che in questo settore le disposizioni si intersecano e gli adempimenti per l’agricoltore o per chi lo assiste sono molteplici, taluni di difficile comprensione. Ecco perché affidarsi ad un buon ente di certificazione è fondamentale. L’agricoltore ed il suo consulente trovano in ECOGRUPPO ITALIA le risorse necessarie per operare in piena conformità alle leggi vigenti. Lo staff tecnico conosce bene sia le procedure burocratiche, che riporta in linguaggio semplice e veloce, sia le realtà tecniche della produzione e della trasformazione.

Per avere informazioni su cosa occorre e come iniziare, ECOGRUPPO ITALIA mette a disposizione diversi canali di contatto:

sito internet: www.ecogruppoitalia.it 

E-mail: info@ecogruppoitalia.it

Linee telefoniche: 095 7470006 – 095 7465353 Fax: 095 7465342

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