La vaccinazione è il mezzo più efficace e sicuro per prevenire l’influenza e ridurne le complicanze. Poiché i virus dell’influenza cambiano spesso, la vaccinazione va ripetuta ogni anno. In inverno, però, circolano anche altri virus che provocano febbre e raffreddore, spesso scambiati per influenza. Contro questi virus il vaccino non è efficace, perché protegge solo da quelli influenzali.
Sulla base dei ceppi virali circolanti e sull’andamento delle sindromi similinfluenzali (ILI) nel mondo, il Global Influenza Surveillance Network dell’OMS, in collaborazione con i National Influenza Centres (NIC) aggiorna ogni anno la composizione del vaccino antinfluenzale.
La vaccinazione antinfluenzale è offerta in modo gratuito alle persone che rientrano nelle categorie a rischio di complicanze. Il vaccino antinfluenzale è comunque indicato per tutti i soggetti che desiderino evitare la malattia influenzale e che non abbiano specifiche controindicazioni, sentito il parere del proprio medico.
Si sottolinea l’importanza della vaccinazione anche quest’anno, dal momento che non è esclusa una co-circolazione di virus influenzali e SARS-CoV-2, in particolare nelle persone ad alto rischio di tutte le età, per semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, dati i sintomi simili tra COVID-19 e Influenza. Vaccinando contro l’influenza, inoltre, si riducono le complicanze da influenza nei soggetti a rischio e gli accessi al Pronto Soccorso.
Dove ci si può vaccinare
A seconda dei casi, ci si può vaccinare:
- presso il proprio medico di famiglia o pediatra di libera scelta;
- presso strutture sanitarie o ambulatori vaccinali e di prevenzione;
- in alcuni casi presso la sede di lavoro dal medico del lavoro.
Il vaccino viene somministrato con un’iniezione intramuscolo, nella parte superiore del braccio (muscolo deltoide) negli adulti e nel muscolo antero-laterale della coscia nei bambini.
Chi vaccinare
Il vaccino antinfluenzale è indicato per tutte le persone che desiderino evitare la malattia influenzale e non abbiano specifiche controindicazioni. Tuttavia, in accordo con gli obiettivi della pianificazione sanitaria nazionale e con il perseguimento degli obiettivi specifici del programma di immunizzazione contro l’influenza, la vaccinazione viene offerta attivamente e gratuitamente alle persone che, per le loro condizioni personali, corrono un maggior rischio di andare incontro a complicanze nel caso contraggano l’influenza.
L’Organizzazione mondiale della sanità indica, infatti, quale obiettivo primario della vaccinazione antinfluenzale la prevenzione delle forme gravi e complicate di influenza e la riduzione della mortalità prematura in gruppi ad aumentato rischio di malattia grave. Esiste una sostanziale concordanza, in ambito europeo, sul fatto che principali destinatari dell’offerta di vaccino antinfluenzale debbano essere le persone di età pari o superiore a 65 anni, nonché le persone di tutte le età con alcune patologie di base, che aumentano il rischio di complicazioni a seguito di influenza.
Poiché permane una situazione pandemica COVID-19, la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata nella fascia di età 6 mesi-6 anni, anche al fine di ridurre la circolazione del virus influenzale fra gli adulti e gli anziani. Inoltre, al fine di facilitare la diagnosi differenziale nelle fasce d’età di maggiore rischio di malattia grave, la vaccinazione antinfluenzale è fortemente raccomandata e può essere offerta gratuitamente nella fascia d’età 60-64 anni.
Per quanto riguarda gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie che operano a contatto con i pazienti, e gli anziani istituzionalizzati in strutture residenziali o di lungo degenza, la vaccinazione è fortemente raccomandata.
Per chi è raccomandata la vaccinazione antinfluenzale
- Persone ad alto rischio di complicanze o ricoveri correlati all’influenza;
- Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovano in gravidanza e nel periodo “postpartum”;
- Soggetti dai 6 mesi ai 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza:
- malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio (inclusa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO);
- malattie dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite;
- diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi gli obesi con indice di massa corporea BMI >30);
insufficienza renale/surrenale cronica; - malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie;
- tumori e in corso di trattamento chemioterapico;
- malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV;
- malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali;
- patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici;
- patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari);
- epatopatie croniche.
- Soggetti di età pari o superiore a 65 anni.
- Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale.
- Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti.
- Familiari e contatti (adulti e bambini) di soggetti ad alto rischio di complicanze (indipendentemente dal fatto che il soggetto a rischio sia stato o meno vaccinato).
- Soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori.
- Medici e personale sanitario di assistenza in strutture che, attraverso le loro attività, sono in grado di trasmettere l’influenza a chi è ad alto rischio di complicanze influenzali.
- Forze di polizia.
- Vigili del fuoco.
Altre categorie socialmente utili che potrebbero avvantaggiarsi della vaccinazione, per motivi vincolati allo svolgimento della loro attività lavorativa; a tale riguardo, la vaccinazione è raccomandata ed è facoltà delle Regioni/Pubbliche Amministrazioni definire i principi e le modalità dell’offerta a tali categorie.
Infine, è pratica internazionalmente diffusa l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione antinfluenzale da parte dei datori di lavoro ai lavoratori particolarmente esposti per attività svolta e al fine di contenere ricadute negative sulla produttività.
Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani:
- Allevatori.
- Addetti all’attività di allevamento.
- Addetti al trasporto di animali vivi.
- Macellatori e vaccinatori.
- Veterinari pubblici e libero-professionisti.
- Donatori di sangue.
Sicurezza e false controindicazioni
Pur contenendo al suo interno dei piccoli frammenti di virus, il vaccino antinfluenzale è un trattamento sicuro, che non provoca l’influenza (a patto, ovviamente, che si rispettino le modalità d’uso). Tuttavia, è giusto segnalare le controindicazioni alla vaccinazione e le reazioni, vere o presunte, che potrebbero insorgere dopo la somministrazione del vaccino.
Controindicazioni e precauzioni
Il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato a:
- Lattanti al di sotto dei sei mesi (per mancanza di studi clinici controllati che dimostrino l’innocuità del vaccino in tali fasce d’età).
- Soggetti che abbiano manifestato una reazione allergica grave (anafilassi) dopo la somministrazione di una precedente dose a un componente del vaccino (da Guida alle controindicazioni alle vaccinazioni).
- Una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre, costituisce una controindicazione temporanea alla vaccinazione, che va rimandata a guarigione avvenuta.
- Un’anamnesi positiva per sindrome di Guillain Barrè, insorta entro 6 settimane dalla somministrazione di una precedente dose di vaccino antinfluenzale, costituisce controindicazione alla vaccinazione. Una sindrome di Guillain Barré non correlata a vaccinazione antinfluenzale e insorta da più di un anno è motivo di precauzione; sebbene i dati disponibili siano limitati, i vantaggi della vaccinazione antinfluenzale giustificano la somministrazione del vaccino annuale nei soggetti ad alto rischio di complicanze gravi dalla malattia.
- Non c’è controindicazione a vaccinare le persone asintomatiche a epidemia già iniziata.
False controindicazioni
Molte persone pensano di non potersi vaccinare in alcune condizioni che non costituiscono, invece, delle reali controindicazioni. Smentiamo allora alcuni dei luoghi comuni più diffusi.
È possibile fare la vaccinazione antinfluenzale:
- in caso di allergia alle proteine dell’uovo, con manifestazioni non anafilattiche;
- in presenza di infezioni acute di lieve entità, anche se febbrili;
- in presenza di infezione da HIV e altre immunodeficienze congenite o acquisite (la condizione di immunodepressione non costituisce una controindicazione alla somministrazione della vaccinazione antinfluenzale. La somministrazione del vaccino potrebbe non evocare una adeguata risposta immune. Una seconda dose di vaccino non migliora la risposta anticorpale in modo sostanziale);
- durante un trattamento con cortisonici (per via topica o sistemica);
- durante l’allattamento;
- in concomitanza con altri vaccini.
Il vaccino antinfluenzale non interferisce con la risposta immune ad altri vaccini inattivati o vivi attenuati. I soggetti che rientrano nelle categorie sopra indicate possono ricevere, se necessario, il vaccino antinfluenzale contemporaneamente ad altri vaccini, in sedi corporee e con siringhe diverse.
Reazioni indesiderate
I vaccini antinfluenzali contengono solo virus inattivati o parti di questi, pertanto non possono essere responsabili di infezioni da virus influenzali. É importante sapere che, particolarmente nella stagione fredda, infezioni respiratorie e sindromi con sintomatologie simili a quelle dell’influenza possono essere provocate da molteplici altri agenti batterici e virali, nei cui confronti il vaccino antinfluenzale non ha nessuna efficacia protettiva.
Gli effetti indesiderati provocati dalla vaccinazione sono rari e comunque lievi: gonfiore-arrossamento nella sede dell’iniezione, malessere generale, febbricola e lievi dolori muscolari. In genere si risolvono tutti spontaneamente. Come ogni farmaco, anche il vaccino antinfluenzale può causare reazioni allergiche, comunque rare. Per questo, la vaccinazione deve essere effettuata da personale sanitario esperto.
Sono stati riferiti, in correlazione temporale con la vaccinazione antinfluenzale, eventi rari come trombocitopenia, nevralgie, parestesie, disordini neurologici e reazioni allergiche gravi. La correlazione causale, però, non è stata dimostrata. Data la necessità di escludere l’associazione tra la vaccinazione e eventi indesiderati, è di estrema importanza la segnalazione tempestiva al sistema di farmacovigilanza dell’Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA) di eventuali eventi avversi osservati in soggetti vaccinati.
Foto di repertorio