EUROPA – Oggi, 1° novembre, oltre a essere la festa di Ognissanti e occasione per potersi riposare, si festeggiano i 28 anni dell’entrata in vigore del Trattato di Maastricht che ha posto le basi per l’Unione europea, l’organizzazione internazionale politica ed economica a carattere sovranazionale più grande al mondo, come la conosciamo oggi.
Cos’è il Trattato di Maastricht e cosa ha stabilito?
In primis ha istituito quella che noi chiamiamo Unione Europea, il Trattato di Maastricht, infatti è ufficialmente conosciuto come Trattato sull’Unione Europea e ha segnato l’inizio di “Una nuova tappa nel processo di creazione di un’unione sempre più stretta tra i popoli d’Europa”.
Il Trattato di Maastricht, chiamato così perché firmato nella città olandese di Maastricht, è stato firmato il 7 febbraio del 1992 dai 12 membri dell’epoca: Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Regno Unito. I vari parlamenti nazionali hanno poi provveduto alla ratifica, in alcuni casi per mezzo di un referendum e, a partire dal 1 novembre 1993, il Trattato sull’Unione Europea è entrato ufficialmente in vigore.
Da allora altri 16 paesi hanno aderito all’UE e uno di questi, il Regno Unito, ha posto fine alla sua adesione.
Tre curiosità sul Trattato sull’Unione Europea
Il primo punto fondamentale: il Trattato di Maastricht ha istituito l’Unione Europea. Quest’ultimo ha portato una maggiore cooperazione tra i paesi europei in una serie di nuovi settori:
- cittadinanza Europea: il Trattato ha introdotto la cittadinanza europea, consentendo ai cittadini di risiedere e circolare liberamente tra gli Stati membri;
- politica estera e di sicurezza comune: il Trattato ha istituito una politica estera e di sicurezza comune con l’obiettivo di “salvaguardare i valori comuni, gli interessi fondamentali e l’indipendenza dell’Unione“;
- giustizia e affari interni: il Trattato ha sviluppato una stretta cooperazione in materia di giustizia e affari interni per garantire la sicurezza e l’incolumità dei cittadini europei.
Il secondo grande passo: Il Trattato firmato in Olanda ha spianato la strada per la creazione della moneta unica europea, ovvero l’Euro. Quest’ultimo è stato il culmine di diversi decenni di dibattito sull’aumento della cooperazione economica in Europa.
Il trattato ha anche istituito la Banca centrale europea (BCE) e il Sistema europeo di banche centrali, descrivendone gli obiettivi, tra i quali quello di mantenere la stabilità dei prezzi e salvaguardare il valore dell’Euro.
Il Trattato di Maastricht, quindi, ha poi stabilito formalmente le fasi per la creazione e l’introduzione della moneta unica:
- Fase 1 (dal 1 luglio 1990 al 31 dicembre 1993: introduzione della libera circolazione dei capitali tra gli Stati membri;
- Fase 2 (dal 1 gennaio 1994 al 31 dicembre 1998): maggiore cooperazione tra le banche centrali nazionali e maggiore allineamento delle politiche economiche degli Stati membri;
- Fase 3 (dal 1 ° gennaio 1999 ad oggi): graduale introduzione dell’euro insieme all’attuazione di una politica monetaria unica, di cui è responsabile la BCE.
Ad oggi, l’Euro è diventato la seconda valuta più scambiata al mondo e fa parte della vita quotidiana di 340 milioni di cittadini in 19 paesi.
Infine, il Trattato sull’Unione Europea è stato un reale balzo in avanti per l’integrazione europea. Dalla sua ratifica i paesi europei si sono avvicinati, lasciando comunque alcuni settori politici come le politiche economiche e fiscali a livello nazionale. I leader europei hanno inoltre concordato ulteriori misure per promuovere un’ulteriore integrazione tra gli stati europei, quali:
- il Patto di stabilità e crescita, concordato nel 1997, per garantire che i paesi seguissero politiche di bilancio sane;
- il Meccanismo europeo di stabilità è stato istituito per fornire assistenza finanziaria ai paesi dell’area dell’euro che incontrano o sono minacciati da gravi problemi di finanziamento;
- il Meccanismo di vigilanza unico e il Comitato di risoluzione unico sono stati creati dopo la crisi finanziaria per rendere più sicuro il sistema bancario europeo, nonché per aumentare l’integrazione e la stabilità finanziarie.