CATANIA – La “buona scuola” è finita nel mirino dei CinqueStelle che ieri – in una partecipata assemblea pubblica tenutasi a Palazzo della Cultura – hanno illustrato i punti critici della riforma fortemente voluta dal premier Matteo Renzi e hanno promesso battaglia per quanto concerne l’iter della legge in Senato.
Lo scorso 12 marzo, dopo l’approvazione da parte della Camera, sono piovute diverse critiche sulla legge e nel dettaglio ne hanno parlato le parlamentari pentastellate Maria Marzana e Giulia Grillo e le senatrici Rosetta Enza Blundo, Michela Montevecchi e Nunzia Catalfo.
Il dibattito è avvenuto contemporaneamente al vertice romano tra le sigle sindacali e il ministro dell’Istruzione Giannini che si è concluso con una fumata nera.
Per quanto riguarda il merito della riforma la Marzana è stata netta e l’ha definita “una presa in giro”: “Ci è stato negato – ha spiegato la deputata a un uditorio molto “tecnico”, composto da docenti e precari della scuola – il diritto di modificare il testo perché è stato collegato con la finanziaria e il governo ha messo la ghigliottina su tutto”.
I grillini hanno attaccato uno dei punti più controversi della “buona scuola” e in particolare il potere del dirigente scolastico che diverrà una sorta di super preside in grado di scegliere i docenti.
“Hanno mandato al macero tutti i principi costituzionali – attacca Maria Marzana – sulla libertà d’insegnamento e sulla trasparenza consentendo scelte discrezionali. Si tratta di un modello verticistico che metterà il dirigente sopra tutto”.
Anche il nodo dei precari, secondo gli esponenti del Movimento, non è stato risolto e anzi “si sono inasprite le diseguaglianze perché non si vogliono inserire nuovi fondi: lo Stato vede l’istruzione solo come un capitolo di spesa e non come un investimento”.
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Così i pentastellati hanno poi illustrato – passando dalla protesta alla proposta – un piano di 7 punti per risollevare la scuola. Primo punto: un piano edilizio per rendere le scuole più sicure.
Secondo il report stilato dalle deputate vi sono 40mila scuole senza risorse e il 32% degli edifici necessitano di interventi urgenti.
“La nostra proposta – ha spiegato Giulia Grillo – è quella di investire 591 milioni di euro per gli edifici senza manutenzione e per eliminare le barriere architettoniche e avere scuole energicamente efficienti e adeguare gli edifici contro i rischi sismici”.
In più il Movimento rilancia un piano di assunzione per 300mila precari da spalmare in 5 anni con incentivi al part time e successive assunzioni immediate tramite concorso e tirocinio retribuito.
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“Altri punti cardine contenuti nei nostri emendamenti – ha aggiunto Maria Marzana – sono un piano di finanziamento per la scuola pubblica e la conseguente diminuzione dei contributi volontari dati dalle famiglie che, al momento, sono fondamentali per gli istituti. Abbiamo inoltre proposto un limite nella formazione delle classi per evitare i pollai e chiesto di bloccare i finanziamenti per le scuole paritarie e gli incentivi dati per le iscrizioni suggerendo inoltre l’utilizzo degli ebook e di una scuola con mense sane e prodotti biologici e territoriali”.
Diversi gli interventi del pubblico, tra cui quelli di molti rappresentanti sindacali, che hanno inteso incoraggiare i grillini nella battaglia che si aprirà in Senato.
“Occorre un’alta tensione – ha concluso la senatrice Catalfo – di tutta l’opinione pubblica e cercheremo di rallentare l’iter della legge con l’ostruzionismo ma serve una mobilitazione di tutte le coscienze per bloccare questa riforma liberticida”.