CATANIA – La Cgil ha buttato acqua sul fuoco delle polemiche mentre la Cisl vuole un’operazione verità sulla situazione del teatro Stabile e il pagamento delle mensilità arretrate dei lavoratori.
Così il prossimo lunedì, alle ore 16,30, si terrà un presidio – con lo slogan “Fuori dal pantano il teatro Stabile” – in piazza Università organizzato dalla Cisl e della Fistel, sigle verso le quali molti iscritti della Cgil stanno migrando.
Lo scopo dell’iniziativa è quello di far conoscere alla città la difficile situazione dei lavoratori del teatro che non ricevono lo stipendio da 5 mesi.
“Tra le tante, troppe crisi irrisolte nei settori produttivi, nel sociale e nella pubblica amministrazione a Catania – dichiarano Rosaria Rotolo, segretaria generale della Cisl etnea, e Antonio D’Amico, segretario generale della Fistel provinciale – quella del Teatro Stabile, in particolare, ha coinvolto nelle ultime settimane istituzioni locali, regionali, sindacati, cittadini e artisti”.
La Cisl è particolarmente critica nei confronti dell’amministrazione specie dopo la clamorosa sfiducia votata dal consiglio comunale nei confronti del presidente Nino Milazzo e del cda dello Stabile a seguito delle note polemiche sulla gestione dell’ente.
“La stampa locale ha dato molto risalto alla vicenda – continuano – e qualcuno l’ha definita una telenovela, altri una tragedia. Noi la chiamiamo “l’esempio della responsabilità non esercitata dall’amministrazione Bianco”. Perché, nonostante tutti gli interventi dei vari soggetti sociali e istituzionali, gli atti del consiglio comunale, si continua a oscurare nei fatti la soluzione“.
Per Rotolo e D’Amico, “lodevole è la difesa del sindaco Bianco nei confronti del presidente dello Stabile, che egli stesso ha designato: ciò che abbiamo sentito e letto in tutti questi giorni era scontato”.
I sindacalisti lamentano la mancanza di dialogo: “Abbiamo scritto al sindaco – ricordano – e, dopo settimane, nessun cenno è arrivato alla Cisl, nessuna opportunità di confronto per arrivare a una soluzione condivisa così da portare il teatro fuori dal pantano in cui è stato spinto nei recenti anni”.
Inoltre nella nota si evidenzia il fatto che negli ultimi mesi siano arrivati nelle casse del teatro 600mila euro e altri 240mila sono in arrivato. Perché alla luce di queste cifre i lavoratori continuano a non essere pagati?
“La vera tragedia riguarda proprio loro, i lavoratori – concludono Rotolo e D’Amico – le loro famiglie e la possibilità di sopravvivere ogni giorno con dignità. La dignità di decine di lavoratori che, con senso di dovere e di responsabilità, hanno continuato ad fare il proprio lavoro con dedizione e costanza per garantire l’apertura del sipario. Noi, i lavoratori, le lavoratrici e i cittadini catanesi vogliamo fuori dal pantano il Teatro Stabile di Catania”.