CATANIA – “Il barcone che si è inabissato, nel Canale di Sicilia, il 19 aprile, imprigionando oltre 800 migranti, si tirerà su. Si può fare e lo si farà. È una cosa che abbiamo chiarito”.
Arriva direttamente dal procuratore capo di Catania Giovanni Salvi la conferma di una notizia che aveva fatto tanto discutere ma che adesso assume i crismi dell’ufficialità.
Quindi il relitto teatro di una delle più grandi tragedie del mare verrà recuperato e ai corpi rimasti imprigionati all’interno verrà data una degna sepoltura. Salvi lo ha annunciato a Palermo durante la commemorazione della strage di Capaci.
In un primo momento aveva suscitato delle polemiche l’affermazione dello stesso procuratore inerente al “non interesse” investigativo nel recupero delle vittime.
Una frase recentemente chiarita in conferenza stampa dove Giovanni Salvi ha spiegato il senso delle sue parole e ha ribadito che il recupero del relitto era di competenza della presidenza del Consiglio. Proprio da quest’ultima sarebbe arrivato al’input per avviare le difficili operazioni. Il barcone si trova a 375 metri di profondità al largo delle coste libiche e il suo naufragio ha causato circa 800 morti.