ENNA – La Polizia di Stato di Enna ha notificato a un uomo residente nel capoluogo la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alle persone offese, per aver maltrattato la madre e la sorella. Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile di Enna.
Qualche giorno fa, le due donne hanno richiesto l’intervento della Squadra Volante che è intervenuta nell’abitazione della famiglia in quanto la sorella dell’indagato poco prima aveva ricevuto un pugno in faccia da quest’ultimo, riportando lesioni che i medici hanno giudicato guaribili in 5 giorni.
Nell’occasione, l’uomo, dopo l’ennesima discussione con le due donne, aveva anche tolto loro i telefoni per impedire che chiamassero la polizia e, in preda all’ira, aveva aggredito la sorella che stava cercando di fuggire via, tirandola per la tracolla della borsa e facendola cadere per terra, sferrandole poi un pugno in faccia.
Immediatamente, i poliziotti della Squadra Mobile di Enna sono intervenuti sul posto e hanno raccolto le dichiarazioni delle due donne le quali hanno tracciato un quadro fatto di soprusi e di violenze psichiche che ormai da tempo affliggeva la famiglia, di aggressioni fisiche, ingiurie, umiliazioni e finanche di minacce di morte.
Di recente, inoltre, l’indagato, all’ennesimo rifiuto della madre di consegnargli dei soldi, ha anche danneggiato e distrutto diverse suppellettili, arrivando a strapparle anche i vestiti che stava indossando. E così la Squadra Mobile ha prontamente attivato le procedure previste dal codice rosso per tali delitti.
Il responsabile delle condotte violente è già noto alle forze dell’ordine: in passato, infatti, si è reso protagonista di analoghi maltrattamenti nei confronti dei medesimi congiunti conviventi e ha usato resistenza e violenza a pubblici ufficiali. Per tali fatti ha anche sofferto di periodi di carcerazione.
La Procura della Repubblica di Enna, dopo aver ricevuto la segnalazione, si è immediatamente attivata per richiedere e ottenere dal Giudice per le indagini preliminari la misura cautelare: l’uomo, dunque, non potrà convivere con le vittime e dovrà stare lontano da loro fino a nuovo provvedimento.
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