PALERMO – “C’è un prezzo da pagare per la giustizia e per la propria coerenza. Oggi come ieri ribadisco che la scelta di testimoniare è stata giusta”. Ne è convinto Giuseppe Carini, l’uomo che venti anni fa con la sua testimonianza fece arrestare gli assassini di don Pino Puglisi, il parroco del rione Brancaccio di Palermo, ucciso da killer mafiosi il 15 settembre del 1993, nel giorno del suo 56esimo compleanno.
Carini ripercorre la sua storia da testimone di giustizia, nel corso di una lunga intervista rilasciata a Radio1 Rai.
Carini è un testimone di giustizia, inserito in un programma di protezione dal 1995. Con altri trentaquattro testimoni di giustizia firmerà un contratto di assunzione con la Regione Sicilia sabato.
Una data non casuale: “Tutto questo avverrà proprio nel giorno dell’anniversario della morte di Giovanni Falcone – sottolinea Carini – quasi a voler completare un percorso fortemente voluto dal magistrato” .
A distanza di venti anni, Giuseppe Carini rifarebbe tutto: “Nonostante le enormi difficoltà alle quali è sottoposta la vita dei testimoni di giustizia, siamo tutti convinti di aver fatto la scelta più giusta”.
Dal suo racconto emerge come nel corso degli anni, lo Stato abbia ,in molti casi ,ignorato le condizioni drammatiche in cui vive chi decide di testimoniare. “Oggi siamo di fronte alla concreta speranza che la situazione possa cambiare” – dice Carini.
Grazie all’impegno dell’Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia, guidata dall’ex imprenditore e anch’egli testimone Ignazio Cutrò, sono state approvate due leggi che tutelano i testimoni assicurandone l’assunzione nella pubblica amministrazione: “Abbiamo fatto la storia – spiega Carini, parlando a Radio1 – abbiamo messo dei tasselli fondamentali dal punto di vista legislativo spingendoci ben oltre il programma di protezione americano che era sempre stato il nostro modello”.
“A differenza di quanto accadeva 20 anni fa, oggi a chi denuncia – conclude Carini , nell’intervista a Radio1- viene data la possibilità di sperare in una vita migliore”.



