CATANIA – Teatro Stabile ennesimo atto. Stavolta è la Cgil etnea ad intervenire sulle polemiche – prettamente politiche e in parte gestionali – che hanno investito l’ente presieduto da Nino Milazzo protagonista di un duro scontro con il consiglio comunale che lo ha, recentemente, sfiduciato.
Proprio ieri il consigliere Niccolò Notarbartolo – componente della commissione cultura e firmatario di un’interrogazione che ha indispettito non poco Nino Milazzo – ha chiesto nuovamente spiegazioni: “Vogliamo vedere le carte – ha detto il consigliere – e il bilancio è pietoso. È necessaria che nella gestione dei soldi pubblici inizi ad esserci chiarezza, trasparenza ed onestà”.
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La Cgil – che sin dal primo momento si è schierata al fianco della gestione dell’ente – ha convocato una conferenza stampa con Giacomo Rota (segretario Cgil), Davide Foti (segretario Slc Cgil) e Giovanni Pistorio (segretario confederale) per spiegare che i teatri etnei (Stabile e Bellini) siano in crisi a causa dei pesanti tagli.
“Tengo a dire – ha affermato Rota – che sia l’ora di smetterla con le polemiche. La richiesta di dimissioni del cda dello Stabile effettuata adesso è una bomba che mette a rischio l’approvazione del bilancio”.
Inoltre il segretario Rota ha aggiunto che se vi sono altri problemi “occorre rivolgersi alla procura”. Poi sono stati snocciolati alcuni dati relativi alla decurtazione dei fondi: Davide Foti ha evidenziato che dal 2008 oggi c’è stato un taglio del 47% delle risorse per lo Stabile e del 39% per il Bellini. Tagli che hanno impedito l’avvio di una programmazione.
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Gli stipendi attualmente sono fermi da febbraio e il 2012 è individuato dal segretario Foti come l’annus horribilis a causa di un drastico taglio delle risorse.
“Hanno tagliato i fondi in maniera indiscriminata – ha spiegato Foti – e hanno inciso sulla programmazione. Noi abbiamo cercato di collaborare a una spending review sui conti dello Stabile che è indebitato come altri teatri”.
“Mi spiacciono gli atti di sfiducia – aggiunge il segretario in merito all’odg approvato dal consiglio -. Catania ha avuto come presidente gente della portata di Pippo Baudo e Pietrangelo Buttafuoco. Oggi c’è Milazzo, un galantuomo, e non so se questa politica vuole dentro gli enti non gente con capacità ma forse vorrà qualche delinquente, corrotto o mafioso. Io penso che regole e legalità devono essere espressione di questi centri di produzione culturale”.
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La Cgil chiede una presa di posizione delle istituzioni sul taglio del Fus – che si attesta al 3% – appellandosi in particolare al presidente Crocetta e un passo indietro a tutti per risolvere i problemi dei teatri.
Intanto pare che diversi iscritti della Cgil stiano andando verso la Cisl e Rota – sulla vicinanza del sindacato al Pd e di conseguenza al vice presidente dello Stabile Jacopo Torrisi – spiega che “l’avvocato Torrisi non è iscritto alla Cgil e sono solo strumentalizzazioni”.
Quindi per il sindacato il danno maggiore proviene dal taglio dei fondi e Rota conclude dicendo che se vi sono “problemi di gestione siamo pronti ad approfondirli”.
“La Cgil esprime la sua volontà autonomamente dai partiti – conclude il segretario – ci piacerebbe perché qualche ineffabile personaggio non si occupa di problemi come la Myrmex e non notiamo l’interesse del consiglio comunale: forse perché non sono di moda?”.