ITALIA – Oramai manca meno di un mese all’inizio dell’anno scolastico 2021/22 che, come possiamo immaginare, sarà il 3° anno scolastico consecutivo caratterizzato dalla pandemia e il secondo che inizierà nelle incertezze, tra restrizioni, varianti e mascherine.
Come ogni anno, l’inizio delle lezioni – che quest’anno si spera siano nuovamente in presenza al 100% in tutti i gradi di istruzione – rappresenta un momento topico nella vita degli studenti e delle famiglie. Ma se da un lato il rientro tra i banchi di scuola, con amici e professori, porta gioie e in alcuni casi “dolori“, dall’altro rappresenta un vero e proprio salasso economico per le varie famiglie italiane.
Quest’anno, come abbiamo anche potuto comprendere e accertare negli scorsi mesi, si prospetta dal punto di vista sociale ed economico particolarmente arduo. Con la fine del blocco dei licenziamenti, le casse integrazioni e le chiusure delle attività a causa delle varie restrizioni sanitarie, sono molte le famiglie che con fatica riusciranno a coprire i costi per l’acquisto di libri di testo e del materiale didattico.
Su un campione di studenti di diversi ordini e gradi di istruzione, il rientro a scuola costerà in generale intorno ai 475/500 euro, comprensivo di libri, quaderni, astucci, diari e cancelleria varia. La spesa preponderante rimane sempre quella relativa all’acquisto dei libri di testo e dei vari dizionari, salvo per le elementari dove a pesare sul portafogli sarà, invece, la spesa riguardante il materiale didattico.
Dalle varie analisi strutturali sui costi, i picchi di spesa maggiori sono per gli alunni dei primi anni delle scuole superiori di primo e, soprattutto, secondo grado. Per uno studente di prima media le famiglie pagheranno per i libri di testo e una media di 2 dizionari, un totale di circa 450 euro. In alcuni ordini scolastici, che prevedono più materie e, pertanto, più libri e dizionari, i costi possono superare anche i 600 euro.
Tali costi, così, diventano proibitivi per le famiglie meno abbienti, rischiando di far diventare un lusso l’istruzione dei propri figli. Questo vero e proprio salasso economico, spesso, mette quindi in discussione il principio secondo il quale la scuola dell’obbligo e statale sia gratuita e accessibile a tutti.
La domanda che in molti ci poniamo è perché la scuola italiana non si adegui ai sistemi scolastici dei Paesi a noi vicini, come nella vicina Francia, dove i libri sono dati dalla scuola in comodato d’uso, ossia in prestito gratuito, a tutti gli studenti nella scuola dell’obbligo. In caso di perdita o danneggiamento, i genitori sono tenuti a risarcire la scuola in base all’età del volume: al 100% se nuovo, al 50%, 30% e 20% se al secondo, terzo o quarto anno di vita. Oppure come in Regno Unito dove la fornitura scolastica di libri è gratuita.
Certamente bisogna ricordare che per gli studenti della scuola dell’obbligo e superiori il cui reddito netto del nucleo familiare non supera 10.632,94 euro vi è la possibilità di ricevere la fornitura gratuita o semigratuita dei libri (la domanda va presentata, tramite la scuola frequentata, alla Direzione Pubblica Istruzione. I buoni libro, finanziati dal Ministero dell’Interno e dell’Istruzione, vengono erogati tramite i Dirigenti Scolastici). Ma la domanda che sorge spontanea è se questa misura basti a garantire un accesso gratuito all’istruzione.
Di certo i passi da compiere per migliorare il sistema educativo in Italia sono tanti. Ancora molte le disparità presenti all’interno delle scuole di ogni ordine e grado. Forse, sarebbe necessario inserire tra gli obiettivi strategici da portare al termine un maggiore investimento sulla scuola per garantirne una frazione gratuita e paritaria per tutti gli studenti.
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