PALERMO – Lutto importante nella magistratura italiana. Si è spento, all’età di 92 anni, il giudice Alfonso Giordano, il cui percorso in magistratura iniziò nel 1952 e proseguì sempre egregiamente.
Ricoprì, infatti, un personaggio di spicco all’interno del maxiprocesso a Cosa Nostra. Fu l’unico ad accettare la direzione della Corte d’Assise del primo grande processo alla mafia.
Condusse il dibattimento con 475 imputati scaturito dalle inchieste del pool antimafia con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. La corte era presieduta da Giordano con giudice a latere Pietro Grasso.
La sentenza, emessa dopo una camera di consiglio della durata di ben 35 giorni, stabilì ben 19 ergastoli, 2.665 anni di reclusione e 11 miliardi di lire di pene pecuniarie. “La mafia è un fenomeno complesso, che va compreso“, diceva.
Ancora, Alfonso Giordano nel 1993 si candidò alle elezioni per sindaco di Palermo ma arrivò terzo dopo Leoluca Orlando ed Elda Pucci.
La notizia del decesso e i messaggi di cordoglio
A comunicare la notizia del decesso è stato il figlio Stefano su Facebook: “Oggi alle 13,30 il presidente Alfonso Giordano è tornato serenamente alla casa del Padre. Le esequie si svolgeranno in forma strettamente privata. Ne danno notizia i figli, uniti nel dolore e nella speranza della Risurrezione“.
Sui social tantissimi messaggi di cordoglio per questa importante – e sentita – perdita. Damiano Aliprandi scrive: “Mi dispiace moltissimo per la morte del giudice Alfonso Giordano che ha appena compiuto 92 anni. Una persona davvero di altri tempi. Non si è mai vantato, non ha mai fatto parte di quella disgustosa cricca dei professionisti dell’antimafia. Eppure è stato il giudice che per la prima volta ha processato e condannato la mafia“.
“Un enorme coraggio”
Prosegue: “Un processo alla Cupola nel momento in cui la mafia uccideva ogni giorno. Giudici, poliziotti, politici, giornalisti, testimoni scomodi. Ci voleva un enorme coraggio. Immagino il terrore della sua famiglia, quella dei figli in particolare. Non è facile vivere sotto protezione. Una paura che ti divora l’anima“.
“Giordano è stato un giudice che non aveva mai dato nessun ergastolo prima. Lui sa quanto sia importante la vita umana, anche di quella del più incallito criminale. Per la prima volta in vita sua aveva dato 19 ergastoli. Non con freddezza, ma con la consapevolezza di aver inflitto una pena grave“, aggiunge.
“Ritengo che se la magistratura non è collassata, il merito è da ricercare in quei giudici per bene come era Alfonso Giordano. Che la terra gli sia lieve“, conclude.
“L’Italia perde un giurista di grande livello e un uomo di straordinaria sensibilità e profondità“, fa eco Francesco.
Fonte foto: huffingtonpost.it