Il sindaco di Cinisi vieta la vendita di oggetti che inneggiano alla mafia

Il sindaco di Cinisi vieta la vendita di oggetti che inneggiano alla mafia

CINISI – Il sindaco di Cinisi, in provincia di Palermo, Giangiacomo Palazzolo ha firmato un’ordinanza con cui vieta la “vendita di oggetti, souvenir e gadget che richiamano alla mafia“.

Più che una decisione sembra essere un segnale ben preciso nei confronti di chi commercializza, in varie parti della Sicilia, prodotti che sembrano inneggiare a certi comportamenti mafiosi. Basta dunque a magliette con la faccia del Padrino, pupazzetti con lupare, targhe con frasi che richiamano Cosa Nostra.

“La storia del Comune di Cinisi, città di Peppino Impastato – spiega il primo cittadino nell’ordinanza – è stata tragicamente caratterizzata dall’orribile presenza del fenomeno mafioso, inteso sia come presenza nel territorio dell’associazione criminale sia come mentalità arcaica contrapposta alla cultura della legalità”.

Il riscatto della Comunità, ricorda Palazzolo, “è avvenuto attraverso un graduale cambiamento culturale che ha rilegato la struttura criminale ai margini della vita sociale, economica e politica del paese”.

L’inosservanza dell’ordinanza sarà punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da 100 a 500 euro.

L’ordinanza vuole colpire un fenomeno definito pericoloso “poiché – conclude il sindaco di Cinisi – alimenta una subcultura mafiosa. Ogni anno a Cinisi si riscontrano migliaia di presenze di visitatori, provenienti da tutto il mondo, e molti di loro si recano nel territorio al fine di rendere omaggio alla straordinaria storia di Peppino Impastato, eroe antimafia che ha contribuito in modo determinate, non solo al cambiamento culturale di Cinisi, ma dell’intero Territorio nazionale”.