PALERMO – Il Questore di Palermo, a seguito di alcuni accertamenti svolti dalla Divisione Anticrimine, ha emesso la misura di prevenzione dell’avviso orale nei confronti di Daniele De Martino, noto cantante neomelodico che, recentemente, sfruttando la popolarità conseguente alla propria professione, in diverse occasioni ha manifestato vicinanza agli ambienti malavitosi.
In particolare, il cantante palermitano è salito recentemente alla ribalta delle cronache locali e nazionali per delle affermazioni pubblicate sui profili social indirizzate ad alcuni giornalisti esponenti del mondo civile alla lotta alla mafia.
Nel maggio scorso il cantante neomelodico aveva pubblicato un brano musicale lanciato contro i pentiti di mafia. Il brano, espressione di solidarietà al sistema delle mafie, in poco tempo ha registrato su YouTube numerose migliaia di visualizzazioni digitali. Sempre Di Martino, in passato, ha pubblicato alcuni selfie che lo immortalano in atteggiamenti confidenziali con persone pregiudicate esponenti di famiglie di Cosa nostra.
La Questura di Palermo sottolinea che “il cantante con il suo comportamento ha messo in pericolo la sanità, la sicurezza e la tranquillità pubblica, ciò in ragione del fatto che gli espliciti messaggi consegnati in più occasioni ai moderni mezzi di comunicazione contengono gravi espressioni visive e verbali che implicano una istigazione alla violenza, un’esaltazione delle gravi azioni antigiuridiche connesse alla criminalità organizzata, un’accettazione e condivisione di comportamenti e azioni contrari ai valori morali della società civile e lesive delle istituzioni dello Stato“.
“I ripetuti messaggi di contestazione all’operato di esponenti del mondo civile alla lotta alla mafia, pubblicati dal medesimo su profili social web – seguiti da un nutrito pubblico – appaiono in grado di influenzare le coscienze di numerose persone, pertanto il Questore di Palermo ha invitato formalmente il giovane cantante a modificare il proprio comportamento sociale nel rispetto della legge a tutela della sicurezza pubblica“, conclude la Questura.
Immagine di repertorio