CATANIA – “Perché uno sciopero possa fornire una garanzia, cioè che la protesta abbia un riscontro, è bene che si crei un fronte unico da parte dei sindacati e quello di domani è un appuntamento importante proprio per questo: tutti i sindacati saranno uniti dopo molti anni”.
A dichiararlo è Paola Caruso, insegnante di sostegno presso la scuola Giosuè Carducci del capoluogo etneo, commentando lo sciopero nazionale che domani coinvolgerà i docenti e non solo nella protesta contro l’approvazione del ddl sulla “Buona scuola”.
Così come nel resto della nazione, infatti, ci sarà una manifestazione che coinvolgerà tutta la Sicilia orientale. Il punto di ritrovo e di partenza sarà piazza Europa alle ore 9 del mattino mentre, quello di arrivo, piazza Roma.
“La verità è che si vuol mascherare sotto veste di riforma un taglio delle risorse – continua la professoressa Caruso, mentre viene raggiunta da Clelia, la bambina che assiste -. Al momento viviamo in un sistema non meritocratico ma quanto meno democratico sulla carta e vogliono eliminare anche questo”.
In sostanza pare che il punto principale a cui in molti si oppongono sia uno: la discrezionalità del dirigente scolastico nelle future assunzioni e avanzo di carriera dei docenti.
“Cosa si intende oggi per meritocrazia nella assunzioni? – interviene Francesca Pulvirenti, anche lei docente di sostegno presso lo stesso istituto -. Prima bisognava conseguire l’abilitazione a seguito della quale si stilavano delle graduatorie in base a tre criteri fondamentali: i titoli, motivi familiari e di residenza – continua la professoressa Pulvirenti -. Se è vero che avere l’abilitazione all’insegnamento non è garanzia di buon livello del futuro docente è altrettanto vero che nella realtà attuale e in special modo quella siciliana, la discrezionalità del singolo individuo non comporterà un miglioramento”.
“Vogliamo anche fare capire che non si tratta di una protesta settoriale – aggiunge la professoressa Caruso -. Non si manifesta solo per salvaguardare la propria posizione in quanto ci sono insegnanti prossime alla pensione che sposano la stessa causa”.
Entrambe le professoresse hanno concluso sottolineando l’importanza del singolo lavoro che il docente svolge ogni giorno: “Bisognerebbe premiare anche chi adempie perfettamente ai propri doveri senza svolgere però le funzioni strumentali all’insegnamento come il coordinamento. Gli scatti di anzianità dovrebbero così valere per tutti e non dovrebbero essere effettuati in base a criteri poco chiari e uniformi per tutti”.