Archeologia in Sicilia, si riscrive la storia della battaglia di Imera: le ultime scoperte

Archeologia in Sicilia, si riscrive la storia della battaglia di Imera: le ultime scoperte

PALERMO – Gli esami scientifici su un campione dei resti dei soldati morti riscrivono la storia delle due battaglie combattute sulla piana di Imera: quella del 480 avanti Cristo e quella del 409 che si concluse con la distruzione della città greca della costa palermitana da parte dei Cartaginesi. Sia Erodoto sia Diodoro Siculo riferiscono che Imera venne, in entrambe le occasioni, sostenuta dagli alleati greci.

A queste conclusioni, che propongono una revisione delle fonti storiche, sono arrivati gli esperti dell’Università della Georgia con i quali ha lavorato l’archeologo siciliano Stefano Vassallo.

Proprio Vassallo ha guidato una decina di anni fa una fruttuosa campagna di scavi che ha individuato sulla piana di Imera ben diecimila sepolture con i resti dei soldati morti nelle due epiche battaglie.

Gli archeologi hanno selezionato i resti di 62 soldati (51 erano morti nella battaglia del 480 a. C. e gli altri 11 erano stati uccisi nel 409) per determinare la loro origine geografica attraverso l’esame degli isotopi di calcio e stronzio fissati nello smalto dei denti.

Il risultato è stato quindi confrontato con un esame analogo sui resti di 25 abitanti di Imera. È stato così accertato che nella prima battaglia solo un terzo delle truppe era costituito da soldati locali.

Nella seconda i tre quarti erano invece locali. A parte la diversa proporzione di presenze “straniere” nelle due fasi storiche, gli esperti fanno osservare che “mercenari, o soldati pagati, furono usati negli eserciti stranieri in tutto il Mediterraneo, specialmente dopo la diffusione del conio nel periodo arcaico.

È noto – aggiungono – che i mercenari aiutarono sia le città greche che le comunità politiche straniere”. Perché Erodoto e Diodoro Siculo evitarono di chiamare in causa i mercenari e preferirono qualificarli indistintamente come “alleati”?

Gli studiosi avanzano l’ipotesi che con una sorta di autocensura cercarono di non ferire l’orgoglio dei greci, che consideravano “barbari” tutti gli stranieri.

Fonte foto: Ansa.it