Librino, inquilini dell’ex Palazzo di cemento chiedono la riqualificazione dei primi piani ancora vuoti

Librino, inquilini dell’ex Palazzo di cemento chiedono la riqualificazione dei primi piani ancora vuoti

CATANIA – Riflettori puntati sulla “Torre Leone” di viale Moncada a Librino, dove interviene anche la Cgil di cui riportiamo di seguito il comunicato.

“Si apre un nuovo capitolo per la ‘Torre Leone’ di viale Moncada a Librino e stavolta i neo inquilini dell’ex Palazzo di cemento chiedono anche attenzione sulla vivibilità dei primi piani del condominio che accoglie ben 96 alloggi. A questo proposito, oggi la Cgil chiede che il Comune accolga le richieste di riqualificazione degli spazi attualmente vuoti. Il passaggio potrebbe concretizzarsi a seguito dell’individuazione di 1 milione e 600 mila euro di fondi europei per la riqualificazione dei bassi, ma anche alla luce del fatto che la destinazione d’uso dei locali promossa dalla CGIL e da svariate anime della Città e del quartiere, sia stata promossa dagli stessi abitanti”.

“A farsi portavoce delle istanze degli assegnatari che in questi mesi hanno vissuto le disavventure di una consegna piuttosto tribolata, sono la Cgil, la Fillea e lo Spi Cgil di Catania, che citano una lettera (che ha già trovato adesione in 60 assegnatari) dove viene chiesto di completare il manto stradale nell’area corrispondente all’ingresso del palazzo, un cancello per delimitare l’area condominiale al fine di scongiurare i furti e i danneggiamenti di auto che hanno purtroppo caratterizzato questo primo periodo, ma anche la realizzazione di strisce gialle per aree parcheggio da destinare alle persone invalide”.

“Gli assegnatari chiedono anche che venga accelerato l’iter per la selezione di un amministratore condominiale, sottolineando una ‘posizione di assoluta collaborazione con lo stesso’. C’è poi il passaggio più importante tra le richieste avanzate dagli inquilini, ossia la destinazione dei primi piani dell’immobile al momento vuoti poiché non inseriti nel finanziamento iniziale che ha portato alla consegna dei 96 alloggi”.

“Non si tratta di una richiesta secondaria, visto che in ballo ci sono dei locali che, a seconda dell’uso che se ne farà, condizioneranno il destino dell’intero palazzo e di conseguenza di questa porzione di quartiere”, spiegano i segretari generali di Fillea e Spi, Vincenzo Cubito e Carmelo De Caudo, e il responsabile delle Politiche abitative della Cgil, Dario Gulisano.



Spiega Cubito: “Esiste la concreta possibilità di destinare i due piani attualmente vuoti oltre che alle associazioni impegnate nel quartiere anche a uffici territoriali dell’amministrazione pubblica. Il fatto che gli assegnatari chiedano un impegno su questo punto, significa che vogliono far progredire il palazzo sconfessando così decenni di sporcizia e degrado e di controllo delle famiglie mafiose. Tante volte abbiamo chiesto e ottenuto di esser ascoltati in commissione comunale Lavori pubblici”.

Lo stesso prosegue: “Così come nel tempo abbiamo sollecitato un’immediata consegna degli alloggi, ora all’amministrazione territoriale chiediamo di intercettare e usare una fonte di finanziamento per la riqualificazione dei primi piani chiedendo inoltre che gli stessi, oltre a essere destinati alle associazioni presenti nel quartiere, possano anche tramutarsi in locali da destinare a una ramificazione dell’amministrazione pubblica”.

Aggiunge De Caudo: “La richiesta di destinare i primi piani a spazi di servizio, potrebbe significare nuove opportunità per gli anziani sia del palazzo che del quartiere. È di certo il segno che serve un’abitabilità in grado di divenire sempre più dignitosa nel tempo; ciò potrebbe prevedere anche spazi sociali di accoglienza per i non più giovani”.

“In ogni caso, qualunque sia la destinazione dei primi piani della Torre Leone, ‘registriamo un preciso bisogno di sicurezza e di servizio’ – come sottolinea Gulisano – Per questo è necessario che il caso entri nell’agenda pubblica cittadina assecondando quel modello partecipativo tra cittadini e istituzioni spesso invocato ma mai realmente concretizzato“.

Immagine di repertorio