PALERMO – Movimenti tellurici all’interno del Pd siciliano che fanno tremare letteralmente il governo regionale e minano la già precaria stabilità del Crocetta bis. E’ un tutti contro tutti che non lascia intravedere spiragli di luce. A seminare vento di zizzania sono le varie correnti del partito democratico. Due giorni fa i renziani e i cuperliani siculi si sono incontrati per fare il punto sulla giunta Crocetta. Per Davide Faraone, renziano della prima ora, si dovrebbe azzerare la giunta con le conseguenti dimissioni dalle commissioni dell’Ars degli esponenti dell’area Cuperlo.
Per inciso si tratta di Antonello Cracolici (affari costituzionali), Giuseppe Digiacomo (sanità) e Bruno Marziano (attività produttive). Al termine dell’incontro è stato prodotto un documento che dovrebbe includere una lista di nomi indicanti i nuovi assessore regionali di matrice Pd da proporre a Lorenzo Guerini, vice di Matteo Renzi. Sarebbero “salvi” gli assessori Bruno e Agnello.
Di fuoco le parole di Davide Faraone sulla situazione isolana su Facebook, con riferimenti che hanno il retrogusto di prima repubblica: “Siamo tornati alla più bieca partitocrazia: vertici, lottizzazioni incompiute o represse, delegazioni di partito come se fuori dalla Sicilia il mondo stesse andando in tutt’altra direzione”.
Inoltre Faraone, responsabile welfare e lavoro del Pd, ha rincarato la dose attaccando i vertici del partito siciliano affermando di sentirsi “un cervello in fuga dai dem perché ci sono dirigenti che invece di utilizzare i social per promuovere iniziative li utilizzano per denigrare amici o compagni di partito”.
Immediata è giunta la replica di Antonello Cracolici che, sempre a mezzo Facebook, contrattacca: “Faraone è stato il regista di questo ridicolo governo bis che doveva rilanciare la Sicilia e invece l’ha gettata nel caos. Cinismo e immoralità hanno superato i livelli di guardia”. Per il presidente della commissione affari costituzionali i renziani stanno cercando di logorare Crocetta senza “indicare un progetto di cambiamento vero e solido”.
Con la raccolta firme per un referendum sul sostegno al governo Crocetta lanciata da Antonio Ferrante, leader dell’area Bigbang e componente della direzione regionale del Pd, sembra essere tornati indietro di qualche anno quando i democratici lanciarono la stessa iniziativa per decidere se sostenere il governo di Raffaele Lombardo. Per la promozione del referendum occorreranno almeno 1500 firme e l’esponente dem Ferrante spiega: “Da mesi viviamo uno stallo che danneggia i siciliani e il governo regionale, a oggi, ha mostrato arroganza e incapacità. Adesso è tempo di dare la parola ai tanti iscritti che con il loro voto hanno permesso la vittoria di Crocetta”.
In questo attacco incrociato di correnti, che ricorda il film di Elio Petri “Todo modo”, Crocetta tira dritto. Il presidente non è stato invitato alla riunione dei vertici del Pd e continua a ripetere come un mantra che “il rimpasto di governo non è una priorità”.
“Il rimpasto è stato fatto quattro mesi fa – ha aggiunto il presidente – e come possono i dirigenti lavorare pensando che domani cambi l’assessore”. Crocetta ha confermato l’intenzione di ascoltare le richieste del Pd ma di volersi concentrare sui problemi relativi al Piano Giovani, alle riforme, alla burocrazia invece di continuare a parlare di nomine politiche.
Intanto piove un’altra inchiesta della magistratura sulla Regione. A tenere banco è la vicenda dell’Irfis: i magistrati hanno aperto un fascicolo per far luce sulle operazioni che hanno portato, due anni fa, alla riorganizzazione dell’istituto regionale per il finanziamento alle industrie isolane.
L’input è partito dallo stesso Crocetta e dalla dirigente Patrizia Monterosso, neo vice presidente dell’istituto. Si indagherà, in particolar modo, sull’acquisizione da parte della Regione delle quote Irfis detenute da Unicredit. Così facendo l’Irfis sarebbe divenuta una società finanziaria iscritta nell’elenco degli intermediari finanziari con una nuova denominazione: Irfis Finanziaria per lo sviluppo della Sicilia, con la Regione azionista unica dal 2012.
Questa trasformazione è al vaglio della guardia di finanza. Un esposto dell’ex assessore Gaetano Armao, che avrebbe dovuto guidare l’Irfis, ha fatto aprire una indagine della magistratura contabile per indagare sulle operazioni di finanziamento, acquisizioni di società e assunzioni di personale dell’ente controllato dalla Regione.