PALERMO – I carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Palermo in collaborazione con i colleghi della Tenenza di Pioltello (Milano), hanno eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un ventiduenne incensurato residente a Pioltello, S.H.J.A., per i reati di induzione di minore al compimento di atti sessuali, compimento di atti sessuali in presenza di minorenni, istigazione al compimento di atti sessuali nei confronti di minori, realizzazione e produzione di materiale pornografico attraverso registrazione di videochiamate con l’aggravante di aver commesso il fatto in danno di minori di 16 anni, detenzione di oltre 1.300 files (tra immagini e video) di contenuto pedopornografico.
L’attività d’indagine, coordinata dai magistrati dott.ssa Laura Vaccaro (procuratore aggiunto) e Ilaria De Somma (sostituto procuratore), è stata avviata nel 2019 a seguito di una denuncia presentata dal padre di una vittima minorenne negli uffici del comando provinciale di Palermo per il tentativo di adescamento al fine di indurla al compimento di atti sessuali.
Le analisi della sezione Indagini Telematiche hanno interessato svariati ambiti informatici, a partire dagli accertamenti sul telefono della prima vittima minore, per poi estendersi ai vari profili social, nei quali l’autore, assumendo la falsa identità di un bambino di 13 anni sceglieva, al fine di meglio circuirne la fiducia, le vittime tra minori di 14 anni che usufruivano dei medesimi social.
È emerso che l’indagato, una volta adescati i minori in svariate città della penisola, intratteneva chat a contenuto sessuale, inducendo le vittime a scambiarsi foto, video e videochiamate. Le condotte criminose sono state poste in essere secondo un preciso schema: individuava un minore, provava a carpirne la fiducia riempiendo la sua quotidianità di attenzioni e lusinghe, fino a spingerlo a inviargli foto e video a sfondo sessuale. Gli accertamenti tecnici condotti sui terminali informatici mobili e fissi sequestrati all’autore hanno consentito di rinvenire un ingente quantitativo di materiale pedopornografico.
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