Duro colpo alla mafia, confiscati beni a cinque esponenti dell’Agrigentino

Duro colpo alla mafia, confiscati beni a cinque esponenti dell’Agrigentino

AGRIGENTO – Stamattina la Sicilia occidentale si sveglia con un’altra grande vittoria ottenuta contro la mafia agrigentina.

Un paio d’ore fa è stato concluso il sequestro che ha portato alla confisca di beni con un valore superiore al milione e mezzo di euro. L’ironia della sorte è che tali beni appartengono a cinque esponenti della mafia agrigentina, tutti attualmente detenuti. 

I provvedimenti emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del tribunale agrigentino hanno portato la sottrazione di un’impresa che si occupava della coltivazione di cereali e di un allevamento, con un valore di 35.000 euro, appartenente a Giuseppe Falsone, già capo di cosa nostra agrigentina, considerato tra i trenta latitanti più pericolosi e catturato a Marsiglia nel 2010. 

Nello scorrere della lista troviamo anche tredici terreni, quattro fabbricati e quattro conti correnti, con un valore totale di 870.000 euro, sequestrati a Simone Capizzi, che sta scontando l’ergastolo per l’omicidio del maresciallo Giuliano Guazzelli (avvenuto nel 1992),  ed a Giuseppe Capizzi; i due rispettivamente padre e figlio erano esponenti del clan di Ribera.

Mentre a Damiano Marella, appartenente al clan di Montallegro, sono stati confiscati un immobile, fondi d’investimento ed altri rapporti bancari, il tutto per un valore pari a 300.00 euro. Alla fine di tale lista troviamo Pasquale Alaimo, esponente del clan di Favara, al quale sono stati confiscati immobili, automezzi, polizze assicurative, libretti di deposito, fondi comuni d’investimento ed un conto corrente bancario per 270.000 euro. 

Tale operazione è stata portata a termine grazie alle indagini, economico- patrimoniali, condotte dalla Dia su delega del procuratore aggiunto Bernardo Petralia. 

Francesca Guglielmino