IRAQ – Condannato l’estremismo in nome della religione da Papa Francesco, nel corso della sua storica visita in Iraq dove, inoltre, ha discusso la situazione attuale della minoranza cristiana. Il Santo padre, durante un servizio di preghiera interreligioso, ha sottolineato che ostilità, estremismo e violenza sono “tradimenti della religione“.
L’Iraq, da oramai decenni, è devastato dalla violenza religiosa e settaria, sia contro le minoranze religiose che tra i musulmani sciiti e sunniti.
Papa Francesco, quindi, in occasione della sua visita, ha anche incontrato una delle figure più potenti dell’Islam sciita, l’ayatollah Ali al-Sistani. La visita è avvenuta nella casa del leader religioso situata nella città santa di Najaf.
L’incontro è stato visto come un momento altamente simbolico nella visita del Papa, che è il suo primo viaggio internazionale dall’inizio della pandemia di coronavirus più di un anno fa, e la prima visita papale in Iraq.
Nonostante le paure per sicurezza e virus, però, il leader della Chiesa cattolica ha detto di essersi sentito “obbligato moralmente” a compiere il viaggio “emblematico”, che lo vedrà visitare diversi siti per quattro giorni in Iraq.
Perché la visita all’Ayatollah è storica?
Le visite al 90enne capo spirituale musulmano sono molto complicate e rare ma, in questa occasione, al-Sistani ha concesso un’udienza al Papa. Il loro dialogo è durato quasi un’ora.
Nel corso dell’udienza, l’Ayatollah ha affermato di essere preoccupato e che i cittadini cristiani dovrebbero vivere come tutti gli iracheni in pace e sicurezza e con i loro pieni diritti costituzionali.
Papa Francesco, dopo tali affermazioni, ha ringraziato l’ayatollah per aver parlato “in difesa dei più vulnerabili e perseguitati” tra le violenze e le difficoltà della storia recente dell’Iraq, sottolineando che il messaggio di pace del leader sciita rappresenta “la sacralità della vita umana e l’importanza dell’unità del popolo iracheno“.
Le altre tappe della giornata
Oltre al dialogo tra i 2 leader spirituali, il Papa ha consegnato un suo messaggio nel sito dell’antica città di Ur, ritenuta il luogo di nascita del profeta Abramo, venerato nell’ebraismo, nel cristianesimo e nell’Islam.
A Ur, infatti, è avvenuto uno storico servizio interreligioso che ha riunito rappresentanti delle religioni irachene, inclusi religiosi sciiti, sunniti, cristiani e yazidi.
“Noi credenti non possiamo tacere quando il terrorismo abusa della religione“, ha detto il Papa.
“Non permettiamo che la luce del Cielo sia coperta dalle nuvole dell’odio – sottolinea il Santo Padre -. Sopra questo Paese si sono addensate le nubi oscure del terrorismo, della guerra e della violenza. Ne hanno sofferto tutte le comunità etniche e religiose. Vorrei ricordare in particolare quella yazida, che ha pianto la morte di molti uomini e ha visto migliaia di donne, ragazze e bambini rapiti, venduti come schiavi e sottoposti a violenze fisiche e a conversioni forzate.
Oggi preghiamo – continua Papa Francesco – per quanti hanno subito tali sofferenze, per quanti sono ancora dispersi e sequestrati, perché tornino presto alle loro case. E preghiamo perché ovunque siano rispettate e riconosciute la libertà di coscienza e la libertà religiosa: sono diritti fondamentali, perché rendono l’uomo libero di contemplare il Cielo per il quale è stato creato. Il terrorismo, quando ha invaso il nord di questo caro Paese, ha barbaramente distrutto parte del suo meraviglioso patrimonio religioso, tra cui chiese, monasteri e luoghi di culto di varie comunità“.
Poi il papa, continuando il suo discorso, ha voluto anche lanciare un messaggio di speranza: “Ma anche in quel momento buio sono brillate delle stelle. Penso ai giovani volontari musulmani di Mosul, che hanno aiutato a risistemare chiese e monasteri, costruendo amicizie fraterne sulle macerie dell’odio, e a cristiani e musulmani che oggi restaurano insieme moschee e chiese“.
Successivamente, Papa Francesco ha celebrato la messa nella cattedrale di San Giuseppe nel centro di Baghdad. La sicurezza era serrata con forze speciali dispiegate nell’area e barriere di cemento erette all’esterno della chiesa.
Fonte immagine: Rai news