SAVONA – Dalla Sicilia alla Liguria, in pieno lockdown, per eseguire una ablazione di un’aritmia complessa.
Protagonista è Mario, un 16enne residente in provincia di Catania, che da marzo di quest’anno aveva improvvisamente avvertito il cardiopalmo, che gli impediva di svolgere le normali attività di un adolescente. “Mio figlio aveva smesso di andare a scuola, di giocare con gli amici e fare sport. Viveva in casa sfruttando le possibilità di comunicare e seguire le lezioni a distanza“, racconta la madre Concetta.
Il disturbo era dovuto a un numero estremamente elevato di extrasistoli ventricolari (> 40000 al giorno) che originavano da una zona particolarmente delicata del cuore.
Il ragazzo è stato seguito a distanza dall’equipe di elettrofisiologia dell’ospedale San Paolo di Savona, coordinata dal dott. Francesco Pentimalli e di cui fanno parte il dott. Matteo Astuti, il dott. Luca Bacino e il dott. Stefano Cornara.
“A settembre siamo giunti in contatto con il dott. Cornara e l’intera equipe, dopo aver tentato di controllare le aritmie, con i farmaci possibili per un ragazzo di 16 anni, senza sortire alcun effetto; ci hanno quindi proposto di eseguire l’ablazione dell’aritmia, per cui a fine novembre ci siamo recati a Savona, nonostante le restrizioni in corso. Eravamo molto spaventati ma consapevoli che mio figlio non potesse vivere così”, racconta la madre.
“Dall’elettrocardiogramma di superficie non si può capire da dove originano esattamente le extrasistoli, ma possiamo avere un orientamento che ci guida alla programmazione della procedura e al materiale da preparare per svolgerla in completa sicurezza“, spiega il Dott. Pentimalli. “In questo caso eravamo preparati ad eseguire un’ablazione in una zona estremamente delicata in cui anche pochi millimetri di errore possono avere conseguenze importanti. Le aritmie originavano dalla cuspide coronarica destra e sono state completamente azzerate con una singola erogazione di meno di un minuto, a circa un centimetro dall’origine dell’arteria coronaria destra“.
La procedura è stata eseguita dall’equipe al completo, con assistenza anestesiologica (dott.ssa Marta broda) e senza ausilio di radiazioni ionizzanti (Raggi X), dannose soprattutto per un ragazzo in fase di crescita.
Ora, a due mesi dalla procedura, Mario conduce una vita normale senza più disturbi.
Per il trattamento delle aritmie cardiache, nell’ospedale San Paolo di Savona, vengono effettuati oltre 400 interventi l’anno: “Si tratta di una procedura complessa soprattutto in un paziente così giovane, che richiede un elevato livello di specializzazione e di preparazione. È necessario ridurre al minimo la possibilità di complicanze, in questo caso si è riusciti a risolvere il disturbo con pochi secondi di ablazione. Da alcuni anni l’ospedale San Paolo è diventato protagonista nel trattamento delle aritmie cardiache – come spiega il Direttore della S.C. di Cardiologia Pietro Bellone -. Grazie all’ampliamento dell’equipe di elettrofisiologia e alla nuova strumentazione acquisita, il numero di interventi eseguiti su pazienti fuori regione è in crescita costante: una controtendenza importante, se si considera che, fino a qualche anno fa, erano proprio i pazienti liguri a doversi spostare extra-regione“.
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