PALERMO – Rosario Crocetta non molla e va avanti. Dopo la burrasca arrivata dopo la clamorosa bocciatura dell’Ars – per mano di alcuni franchi tiratori della maggioranza – del disegno di legge sulle province il presidente rilancia la sua sfida e non si fa intimorire.
Crocetta ha tenuto ieri una conferenza stampa un po’ surreale dove ha annunciato (“commosso fino alle lacrime” come riportano le agenzie) l’assunzione da parte della Regione di 13 testimoni di giustizia con la presenza di due di loro con il passamontagna per non farsi riconoscere.
Ancora una volta il presidente, specie quando è in difficoltà, tira fuori dal cilindro il coniglio della legalità e dell’antimafia. Poi ha affrontato i nodi politici: “Voto anticipato? Non ci sono le condizioni, non penso che qualcuno abbia interesse. Se c’è un problema con la mia linea, basta dirlo”.
L’ex sindaco di Gela non teme nemmeno l’Udc che secondo alcuni rumors avrebbe pianificato “l’insurrezione” sul ddl province: “Non temo niente e nessuno. Sono convinto che le elezioni le rivinco di nuovo. E comunque, per eliminarmi devono usare il bazooka”.
Per il presidente il ddl non è passato perché vi sarebbero dei deputati contrari ad alcune clausole contenute per il taglio delle spese per gli organici dei comuni e dei consigli. Intanto ieri pomeriggio l’Ars ha approvato la proroga del commissariamento sino al 31 luglio.
Anche se Crocetta ha affermato che se si candidasse di nuovo rivincerebbe, il chiacchiericcio politico si sta spostando verso i papabili per la poltrona di governatore. Il nome forte del renzismo in Sicilia è quello di Davide Faraone.
Quest’ultimo ha finora sempre smentito delle mire per la presidenza della Regione ma il suo nome già aleggia su Palazzo d’Orleans al punto che Crocetta ha sbottato: “Ma quando parlate di Faraone, di chi parlate? Del Faraone politico, del Faraone sottosegretario? Perché se parlate del sottosegretario che intende affossare la democrazia ci sarebbe da fare una protesta diplomatica, perché Faraone ha il dovere di rispettare la Sicilia e le sue istituzioni”.
“Il primo governo Crocetta non andava bene – ha aggiunto il presidente – il secondo neppure, per il Crocetta ter gli assessori li hanno decisi loro. E Faraone ha due assessori, non uno solo: oltre all’assessore al Bilancio Baccei ha anche l’assessore Contrafatto. Trovo davvero assurde le denunce di un sottosegretario che dice quelle cose sul mio conto, sull’antimafia parolaia”.
Oltre Faraone già da tempo sta scaldando i motori il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, presente alla manifestazione dei civatiani, ex civatiani e Sel “Sicilia Sottosopra”, e a capo delle varie “rivolte” dell’Anci contro l’attuale governatore.
Ma per la sinistra ci sarebbe anche il nome di un altro sindaco: Enzo Bianco. Sul fronte centro destra il panorama è piuttosto variegato. Domani a Catania ci sarà l’incontro organizzato da Nello Musumeci nel segno dell’hashtag #diventeràbellissima, un progetto aggregante per le diverse anime della destra, dei sicilianisti e degli ambientalisti.
La kermesse etnea potrebbe essere un banco di prova per lo sfidante di Crocetta alle ultime regionali che potrebbe riproporsi per le prossime elezioni. Ma – come ha ribadito il governatore – sarà difficile scalzarlo: non basta un bazooka!