PALERMO – La Guardia di Finanza di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica locale e in seguito alla misura emessa dal tribunale di Palermo – sezione Misure di Prevenzione, ha proceduto alla confisca di beni per oltre cento milioni di euro nei confronti di Gaspare Finocchio, 89 anni.
L’uomo era stato precedentemente condannato a 7 anni e 3 mesi dalla Corte d’Appello di Palermo ed era stato arrestato nel 2003, assieme al figlio Giuseppe e ai fratelli Diego e Pietro Rinella, in quanto ritenuto ai vertici della famiglia mafiosa di Trabia (PA).
Secondo quanto riferito dalla Guardia di Finanza a conclusione delle indagini, Finocchio avrebbe messo la propria attività imprenditoriale come costruttore al servizio di Cosa Nostra, facendosi “volutamente artefice di operazioni di reinvestimento dei proventi dell’attività illecita di tale compagine criminale”.
L’anziano avrebbe perfino accettato l’intestazione fittizia di alcuni beni della famiglia Rinella e, in base a quanto riferito nel tempo da diversi collaboratori di giustizia, sarebbe stato socio in affari di alcuni esponenti mafiosi di Cosa Nostra palermitana, compresi i membri della famiglia Graviano.
Dagli accertamenti finanziari è emersa una sproporzione tra l’ingente valore dei beni posseduti e i redditi dichiarati da Gaspare Finocchio e da alcuni suoi prestanome.
In seguito alla sentenza pronunciata dalla Corte di Cassazione, sono stati sottoposti a sequestro: 377 immobili (compresi terreni, ville, magazzini e box), compresi i complessi realizzati nel quartiere Brancaccio ei villini di Torre Roccella; 17 rapporti finanziari e 6 imprese.