PALERMO – Fare la cresta sui soldi raccolti per aiutare la famiglia di un anziano travolto e ucciso da un autobus. C’era anche questa tra le azioni ignobili commesse dal clan di Borgo Vecchio, che aveva trasformato il quartiere palermitano in una terra di illegalità e degrado.
Sono questi i nuovi dettagli emersi dal blitz dei carabinieri che ieri ha portato all’arresto di 20 persone con le accuse di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, associazione per delinquere finalizzata ai furti e alla ricettazione, tentato omicidio aggravato, danneggiamento seguito da incendio, estorsioni consumate e tentate aggravate, danneggiamento aggravato, furto aggravato e ricettazione.
Nell’ambito dell’operazione Resilienza, grazie anche alla coraggiosa denuncia di alcuni commercianti decisi a ribellarsi contro il pizzo e lo strapotere della criminalità organizzata, sono stati scoperti giri di estorsioni e di droga, nonché furti e reati di varia natura.
Tra questi anche la “colletta” per riscuotere il denaro da devolvere ai familiari della vittima di un incidente stradale. Denaro che poi sarebbe arrivato alla famiglia sono in minima parte: nei progetti dei malviventi, infatti, dei 6mila euro da incassare solo 2mila erano destinati ai parenti della vittima.
Gli inquirenti lo avrebbero scoperto grazie a delle microspie messe nell’auto di Giovanni Zimmardi e Vincenzo Vullo, due degli incaricati alla riscossione del “pizzo” in zona.
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