Gravina, 1.200 furti di auto in un anno: i carabinieri stroncano una banda

Gravina, 1.200 furti di auto in un anno: i carabinieri stroncano una banda

CATANIA – È in corso da stamattina un’operazione dei carabinieri per sgominare una banda, ben ramificata, specializzata nei furti d’auto.

Dalle prime ore del mattino, i carabinieri di Catania stanno eseguendo gli arresti nei confronti di 19 persone accusate di far parte di un’associazione a delinquere specializzata nei furti e ricettazione di veicoli oltre che nelle estorsioni nella ormai famosa forma del “cavallo di ritorno“.

Le indagini, che hanno preso spunto da veri e propri “rinvenimenti miracolosi” di auto rubate da parte delle vittime, ben 1.200 nel 2013 nel solo territorio di Gravina di Catania, hanno dimostrato come la banda richiedesse per la restituzione delle auto rubate, in base al modello, dalle 150 alle 1.200 euro, raggiungendo un business stimato in 500mila euro l’anno.

L’indagine, condotta con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, è stata sviluppata nei confronti di un’associazione criminale operante nel quartiere popolare di Catania “Balatelle” – zona San Giovanni Galermo -, una vera roccaforte, circondata e protetta da palazzi popolari, accessibili da un solo ingresso principale. La conformazione edilizia del quartiere era di fondamentale importanza per l’esecuzione delle attività illecite, in quanto si potevano controllare tutti i movimenti delle Forze dell’Ordine e quindi mettere al riparo i correi da sgradite ed impreviste sorprese.

In effetti, le vittime andavano alla ricerca del “contatto giusto” proprio sotto i portici delle palazzine od in prossimità di un panificio dove avevano la possibilità di avvicinare “l’intermediario” del gruppo. Proprio la figura dell’ “Intermediario” – “Referente di zona”, fondamentale per la concretizzazione del “cavallo di ritorno”, rappresentava una sorta di cuscinetto di sicurezza, non solo tra le vittime ed estorsori, ma, cosa più importante, con le Forze di Polizia. L’intermediario, perfettamente inserito nel sodalizio criminale, agiva in stretta sinergia con le squadre operative che materialmente eseguivano i furti di auto e, conosciuto da tutti i residenti del quartiere, non appena veniva avvicinato dal cittadino, si metteva in contatto con l’organizzazione per verificare, in base al modello, colore, targa e soprattutto luogo del furto del veicolo, chi avesse operato e chi detenesse illecitamente il veicolo.

Nel momento in cui riceveva le auspicate conferme, si faceva portavoce di un’apparente trattativa, in realtà già organizzata, affinché con celerità venisse restituita l’autovettura, che avveniva, comunque, sempre dopo la consegna della somma di denaro stabilita. Per dare una parvenza di legittimità le auto venivano riconsegnate vicino al luogo del furto, affinché, al momento del ritrovamento, il cittadino potesse far credere alle forze di Polizia che si fosse trattato di un furto dal carattere estemporaneo. Di contro, qualora il contatto estorsivo con il proprietario non avesse avuto successo, l’organizzazione provvedeva a vendere le macchine, garantendosi comunque un profitto derivato dalla vendita dei pezzi di ricambio.

Gli indagati potevano anche contare su altri personaggi, con ruoli non certamente marginali come la figura dell’elettrauto, che controllava e bonificava le autovetture possedute dagli indagati proprio per scongiurare eventuali attività d’intercettazione od anche altri soggetti che provvedevano a fornire mezzi a noleggio da utilizzare durante le attività criminose.

I Carabinieri hanno disarticolato un sodalizio criminale che controllava e gestiva capillarmente il traffico degli autoveicoli rubati nel comune di Gravina di Catania, quartiere Fasano e San Paolo e nei comuni dell’hinterland, Mascalucia, San Pietro Clarenza, Tremestieri – frazione Canalicchio, Misterbianco – frazione Belsito. Sono stati documentati e riscontrati ben 37 episodi estorsivi e le vittime già sentite in relazione al furto subito hanno ammesso di aver pagato la somma di denaro fissata dalla consorteria per avere indietro l’autovettura rubata.

Nell’ambito dell’attività di indagine sono stati denunciati a piede libero anche altre 17 persone per i medesimi reati nonché 9 vittime di furto per favoreggiamento personale poiché hanno negato di avere pagato per la riconsegna delle autovetture rubate.
Tra gli indagati a piede libero ci sono anche alcuni soggetti legati ad organizzazioni mafiose catanesi.

Ecco le foto dei 19 arrestati.

Filippo Ivan Ranieri, 22 anni Antonio Marino, 25 anni Raffaele Magliuolo, 31 anni Michel Magliuolo, 23 anni

 

Filippo Ranieri, 22 anni. Antonio Marino 25 anni. Raffaele Magliuolo 31 anni. Michele Magliuolo 23 anni

Salvatore Gurrieri, 42 anni David Giarrusso. 38 anni Vittorio Benito Fiorenza, 34 anni Rosario Fallo, 25 anni

 

Salvo Gurrieri 42 anni. Giarrusso David 38 anni. Fiorenza Vittorio 34 anni. Rosario Fallo 25 anni.

Salvatore D'Angelo - 42 anni Danilo Musumeci, 24 anni Sebastiano Naceto, 49 anni Massimiliano Nicotra, 38 anni

 

Salvo D’Angelo 42 anni. Danilo Musumeci 24 anni. Sebastiano Naceto 49 anni. Massimiliano Nicotra 38 anni.

Orazio Tenente, 21 anni Alfio Spina, 48 anni Salvatore Siringo, 36 anni Antonino Santonocito, 48 anni

 

Orazio tenente 21 anni. Alfio Spina 48 anni. Salvo Siringo 36 anni. Antonino Santonocito 48 anni.

Angelo Recca, 28 anni Giuseppe Monaco, 48 anni Dario Masotta, 32 anni 

 

Angelo Recca 28 anni. Giuseppe Monaco 48 anni. Dario Masotta 32 anni.