PALERMO – Qual è il segreto della felicità? Sembrerebbe vivere sui social media. Si tratta delle piattaforme online come Instagram, Facebook, Twitter, Snapchat e molte altre, tutte applicazioni in continuo aggiornamento che permettono in qualsiasi momento della giornata di mostrare qualcosa di se stessi direttamente dal proprio smartphone… a volte un dettaglio, a volte tutto. Si tratta del potere della condivisione e si dice che la felicità non è reale se non è condivisa. Ma sarà questo il caso?
Vite perfette, vacanze da sogno, colazioni curate nel minimo particolare, forme fisiche scolpite, bellezze stratosferiche sono solo alcuni dei protagonisti di un mondo virtuale che ci sta trascinando sempre più violentemente nel suo vortice. Una moltitudine di immagini, video, stories si susseguono costantemente mostrando la perfezione di attimi, di giorni, settimane o ancor di più. Mai nulla fuori posto… ogni gesto appare meravigliosamente giusto nel posto e nel momento in cui viene compiuto e anche una foto banalissima diventa una visione celestiale.
Dalle stalle alle stelle a portata di un semplice clic. Un tocco sullo schermo del cellulare e per magia tutto ciò che è naturalmente normale diventa qualcosa di più, qualcosa da raggiungere, da emulare, da bramare. È il mondo dell’apparenza, in cui tutti fanno a gara per essere meglio degli altri, come se dovessero ricevere il premio per la vita migliore, per il corpo migliore, per la pelle più curata e per il conto in banca più alto. Ma a differenza dei pochi che per fortuna o per sacrificio possano realmente permettersi di essere ciò che mostrano, qual è il destino dei “very normal people”?
In un mondo in cui la credibilità e il prestigio si misurano in followers e like e i modelli di comportamento sono incarnati da influencers di tutti i generi, alle persone comuni non resta che soccombere all’evidenza di una condizione irraggiungibile. Un profondo senso di insoddisfazione, inadeguatezza, frustrazione e ansia prende forma e si mescola a una bassa autostima e a una corsa sfrenata verso la ricerca della perfezione. La paura di non essere all’altezza o di non potersi permettere un certo tenore e stile di vita sono alcuni dei sintomi di quella che potremmo definire una vera patologia social.
Emblematici gli studi e le ricerche svolti in passato sul tema. Tutti concordi nel ribadire con forza quanto male possa fare l’utilizzo dei social network in termini di ansia, depressione ed esclusione dalla società. Uno studio dell’American Academy of Pediatrics ha portato alla luce come l’insieme delle interazioni superficiali e spesso falsate e il clima di continua festa dei profili più seguiti e famosi generassero condizioni di disagio persistenti negli utenti. Un’indagine della United Kingdom’s Royal Society for Public Health, inoltre, è stata realizzata su circa 1.500 giovani e adulti, dai 14 ai 24 anni, attraverso il sondaggio #StatusOfMind. Ne è derivato che Instagram, tra tutti social, pur avendo ricevuto credito per garantire alte possibilità di espressione e affermazione dell’identità personale, è stato designato come il peggiore per la salute mentale e il benessere.
“Vedere amici e conoscenti sempre in vacanza, in posti da sogno può far sentire i giovani come se si perdessero mentre altri si godono la vita“, afferma il rapporto #StatusOfMind. “Questi sentimenti possono promuovere un atteggiamento di confronto e disperazione“.
Instagram fa sì, inoltre, che le ragazze e le donne si sentano come se il loro corpo non fosse mai abbastanza, in quanto le persone aggiungono filtri, modificano le loro immagini e talvolta il loro stesso corpo per farlo sembrare perfetto.
Risale a qualche settimana fa, a tal proposito, un post su Instagram di Aurora Ramazzotti, la figlia del noto cantante Eros e della presentatrice Michelle Hunziker, in cui si ritrae in modo del tutto naturale, mostrando diversi segni di acne e macchie sul viso: “Per postare una foto così, come l’hai scattata, ormai ci vuole coraggio, soprattutto per chi fa a botte con la sua insicurezza. […] Siamo tutti belli, famosi, felici e realizzati. Certo, condividere il bello è giusto e lo sarebbe ancor più se se non fosse un mondo un pò contorto in cui tutti fanno a gara con gli altri […]“. Un intervento che sensibilizza, apre gli occhi e mette di fronte alla realtà di un universo che non può certamente funzionare così, se non per l’attimo in cui abbiamo il diritto di mostrarci come più preferiamo.
I problemi della pelle, del resto, sono i più taciuti e nascosti al pubblico social. Una serie infinita di filtri fa in modo che ognuno possa scegliere diversi sfondi e colori da abbinare al proprio viso, proprio per nascondere le piccole, medie o grandi imperfezioni della pelle. Dall’acne, alle macchie, ai nei e così via. Ogni giorno su Instagram vengono promossi i più disparati trattamenti per la pelle, il viso, gli occhi, le labbra. Creme, acque e tonici per la cura della propria pelle, soprattutto nella stagione estiva in cui si ha bisogno di maggiore idratazione.
Alla base di tutto occorre ricordare che, nonostante possa sembrare un cliché, la perfezione non appartiene agli esseri umani e che la bellezza non è altro che l’insieme delle piccole imperfezioni che caratterizzano ognuno di noi, che ci rendono unici e inimitabili.
A voi le conclusioni di tutto ciò, ma a questo punto sarebbe, forse, il caso di riformulare la domanda iniziale: “Qual è il segreto dell’infelicita?”.
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