Mancanza di comunicazione tra individui, una “minaccia” sociale. L’esperto: “Emozioni negative in aumento”

Mancanza di comunicazione tra individui, una “minaccia” sociale. L’esperto: “Emozioni negative in aumento”

CATANIA – Evoluzione” è un termine che, in tutti i settori, viene usato per indicare il progresso. Potrebbero susseguirsi le innovazioni tecnologiche, o ancora, potrebbero esserci delle svolte nel campo scientifico, ma finché non c’è comunicazione tra uomo e uomo niente può concretizzarsi.

Un concetto valido in qualsiasi ambito della propria vita, ma che assume ulteriore importanza per quanto concerne la sfera relazionale. Per ovviare a un problema, piuttosto che risolverlo, spesso si preferisce imboccare la “strada del silenzio“, senza lasciare alcuna possibilità di chiarimento all’altro.

Una soluzione comoda per chi la adotta ma spiacevole per chi, invece, la “subisce”. La società attuale è orientata sempre di più verso questa direzione, verso l’incomunicabilità. Si preferisce tacere piuttosto che esprimere i propri sentimenti ed esternare le proprie emozioni, magari per paura di rimanere delusi.

Nel retroscena potrebbe essere presente anche una questione di orgoglio ma quel che è certo, e che emerge sempre più frequentemente, è che non c’è più un confronto diretto tra individui. Prevale un atteggiamento di chiusura che, alle lunghe, ha delle conseguenze.

Probabilmente ad agevolare la “cattiva” comunicazione c’è anche il costante utilizzo di dispositivi quale, per esempio, il telefono. Capita che una questione importante da affrontare faccia a faccia avvenga invece dietro uno schermo privandosi di un contatto diretto, essenziale per l’essere umano, e lasciando in tal modo diversi punti irrisolti.

Tali condizioni, inevitabilmente, causano un accumulo di tensione dannosa per la persona. Una circostanza che parecchia gente ha vissuto e sperimentato in maniera amplificata durante la quarantena degli scorsi mesi.

Per fare il punto della situazione è intervenuta ai microfoni di NewSicilia.it la psicologa catanese Martina Rapisarda: “La comunicazione è un’attività di scambio di emozioni e pensieri che sta alla base di ogni relazione sociale. Nelle società occidentali è presente una tendenza all’individualismo che provoca una progressiva riduzione della comunicazione interpersonale, rendendo difficoltosa la costruzione di relazioni intime”.

I soggetti più sensibili alla mancanza di comunicazione

“Le prime vittime di questa tendenza all’individualismo sono i sistemi familiari, che per definizione implicano uno scambio sociale e una reciprocità, in cui la comunicazione costituisce l’elemento base per coltivare emozioni e vissuti positivi, risolvere problemi, uscire dai conflitti. Gli adolescenti sono coloro che risentono maggiormente della mancanza di comunicazione. L’adolescenza è un periodo di transizione in cui le richieste dell’ambiente non sono chiare, in cui il soggetto vive un conflitto tra il ruolo da bambino e il ruolo da adulto”.

Il social network “mezzo di salvezza” per gli adolescenti

“Se la famiglia non riesce a supportare sufficientemente questo difficile passaggio, vengono utilizzati altri strumenti per sopperire alla mancanza. Attualmente, lo strumento che meglio si adatta alle esigenze degli adolescenti è il social network. Attraverso un computer ci si può esprimere più liberamente a causa del filtro rappresentato dallo schermo. Ci si può confrontare con i coetanei adeguandosi a comportamenti di massa dettati dal web, trovando quindi supporto e accettazione. Pertanto, l’attaccamento dei giovani alla tecnologia non è da interpretare come la causa della mancanza di comunicazione, bensì come un effetto”.

Le conseguenze di uno scambio comunicativo dietro lo schermo

“Chiaramente la navigazione incontrollata sui social network comporta dei rischi che preoccupano i genitori: è facile infatti per un adolescente ritrovarsi vittima di cyberbullismo, conoscere gente poco raccomandabile che si nasconde dietro falsi profili o imbattersi in contenuti pericolosi (come nel famoso caso del “Blue Whale”). Un’altra conseguenza dell’uso della comunicazione digitale è la perdita della componente emotiva, che costituisce una parte fondamentale del processo comunicativo. Lo scambio reale è costituito da segnali ed espressioni che regolano la comunicazione e consentono una relazione empatica, necessari per lo sviluppo della competenza emotiva e sociale. Venendo a mancare questi elementi, si verifica un appiattimento della comunicazione che rende maggiormente difficoltosa la costruzione di relazioni”.

Gli effetti dell’emergenza sanitaria sulla comunicazione interpersonale

“Ultimamente la comunicazione interpersonale ha subito dei cambiamenti causati dalla pandemia. La convivenza forzata ha comportato nella maggior parte dei casi un rafforzamento delle modalità comunicative, precedenti al difficile periodo vissuto. Nelle famiglie sane, la permanenza in casa è stata un’occasione per accrescere la condivisione e svolgere attività familiari. Nelle famiglie disfunzionali, la convivenza forzata ha determinato un incremento delle emozioni negative, accentuando i conflitti e trascinando i componenti della famiglia verso l’isolamento. L’escalation di emozioni negative all’interno della famiglia sono inoltre influenzate dall’ansia, provocata dall’emergenza sanitaria e dallo stress, dovuto al cambiamento di abitudini che la reclusione in casa comporta”.

Possibili soluzioni al problema

“Per ridurre il distacco, causato dalla mancata comunicazione o da una comunicazione disfunzionale, è utile puntare sull’ascolto. Spesso si è troppo concentrati sul messaggio che si vuole trasmettere e poco sulla comprensione dell’altro. Se entrambi gli interlocutori si impegnassero maggiormente nell’ascolto, l’empatia e il compromesso verrebbero agevolati. Inoltre, tante volte si evita di comunicare per paura di essere giudicati o creare conflitti. Dunque è importante evitare le accuse e i giudizi, che hanno l’effetto di allontanare emotivamente l’altro. Bisogna porre al centro della comunicazione il proprio modo di percepire le cose, passando dal “tu sei così” al “quando tu fai questo, io mi sento così”. In merito agli adolescenti che utilizzano i social network, è opportuno che i genitori comprendano la funzione che questi hanno nella vita del proprio figlio, cercando di utilizzarli come mezzo per entrare in relazione con lui, interessandosi ai contenuti che condivide e agli interessi che esprime, creando un canale attraverso cui stabilire un contatto. Anche quando non si comunica intenzionalmente viene trasmesso un messaggio. Risulta quindi fondamentale curare la comunicazione affinché il messaggio trasmesso abbia l’effetto desiderato”.

Fonte foto: Wikipedia