MESSINA – L’avvistamento di uno squalo, specialmente lungo le coste siciliane non “abituate” a questo tipo di “incontri”, causa sempre un misto di ansia e paura che può portare anche a effettuare gesti poco edificabili nei confronti di un essere vivente, il cui habitat naturale e proprio quell’acqua che gli esseri umani “invadono” per rilassarsi e divertirsi. Quanto successo in una spiaggia di Messina quest’oggi è il più fulgido esempio di cosa il panico e la paura (reazioni istintive e poco razionali) possono portare se non controllate a dovere.
In un video apparso sui social infatti, si vedono dei ragazzi intenti a lanciare dei sassi nei confronti di una verdasca, un tipo di squalo avvicinatosi alla riva. Quest’avvistamento si aggiunge a quello di qualche giorno fa, in cui sempre una verdasca e sempre a Messina, è stata immortalata mentre si spiaggiava e si rituffava in mare. Un comportamento definito “molto strano” dal biologo Carmelo Isgrò.
Quest’ultimo ha ripostato sulla sua pagina Facebook il video della sassaiola nei confronti dell’animale marino e ha aperto uno sportello di riflessione sull’atteggiamento dei bagnanti nei confronti della verdasca. Secondo le sue parole: “Nonostante sin da piccoli ci insegnano che gli squali siano dei mostri cattivi di cui avere paura, va detto che negli ultimi 500 anni si sono registrati meno di 10 attacchi di verdesca sugli umani. In compenso, circa 20 milioni di verdesche vengono uccise ogni anno dall’uomo. Ora mi chiedo, secondo voi, chi è che andrebbe preso a sassate?“.
Questo il pensiero di Isgrò. Indubbiamente i ragazzi hanno agito per puro istinto di protezione, dato che generalmente gli squali sono presentati come animali feroci e pericolosi per la vita degli esseri umani. Il problema è che la verdasca non è di per se il più feroce degli squali, dunque, la situazione andava sicuramente gestita meglio.
Il lancio di pietre, infatti, potrebbe disorientare l’animale marino e portarlo a spiaggiarsi. Il consiglio è quello di chiamare le autorità competenti nel caso di avvistamenti di questo genere invece di agire istintivamente rischiando di causare danni a un essere vivente la cui “casa” è proprio il mare.
Fonte immagine Facebook – Carmelo Isgrò