TERMINI IMERESE – Avvenimento alquanto particolare quello capitato ad alcuni operai Enel che, durante una chiamata per la riparazione di un guasto in piazza Sant’Antonio, nel centro di Termini Imerese, si sono imbattuti in alcuni reperti archeologici, risalenti ai primi del 400 avanti Cristo.
Gli operai, scavando per pochi metri, oltre ai cavi elettrici hanno rinvenuto due sepolture romane, risalenti alla ricostruzione di Thermae Himerae, avvenuta nel quinto secolo avanti Cristo, dopo il saccheggio dei cartaginesi nel 409 a.C.. Il nome che assunse dopo la ricostruzione, Thermai Himeraìai (in latino Thermae Himerae) è dovuto all’esistenza nei pressi di sorgenti di acque calde, ancor oggi utilizzate: le Terme moderne, che occupano lo stesso luogo di quelle romane, che, appunto, ospitano ancora molti reperti.
Il rinvenimento è stato portato a termine grazie all’intervento della soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo che, con l’aiuto dell’archeologa Monica Chiovaro, ha riportato alla luce l’antica necropoli meridionale della città di Thermae.
All’interno della prima tomba sono stati trovati resti logori di ossa lunghe delle braccia e delle gambe. La seconda sepoltura, realizzata con la stessa copertura «a cappuccina» inglobata in una struttura in cementizio, nascondeva un sarcofago in piombo, tipologia rara nella necropoli meridionale e generalmente non comune in tutta la Sicilia antica. Il perfetto stato di conservazione del secondo scheletro, trovato nella stessa posizione di sepoltura, ha davvero sorpreso gli archeologi.