CATANIA – Nella notte appena trascorsa alcuni attivisti anonimi hanno apposto delle scritte ironiche sui cartelli di divieto di transito alle bici nelle zone in cui è transitato il fercolo di Sant’Agata a Catania lo scorso 5 febbraio. Nello specifico le strade sono via Etnea, via Caronda, via Sisto, via De Felice e via Sangiuliano.
Lo scopo di questo gesto è stato quello di denunciare una cosa che si ripete ogni anno, quando, dopo la festa, per mesi i ciclisti passano ignari di essere sempre e comunque “in torto”, specie in caso di sinistro con altri mezzi.
A farsi portavoce di questo allarme è Attilio Pavone, componente del gruppo di attivisti Catania MobilityLab, che spiega come ciò avvenga regolarmente ogni anno da diverso tempo e come il divieto in vigore per i mezzi a due ruote sia solo sulla carta temporaneo.
“Una cosa che si ripete da 10 anni – afferma Pavone –, ovvero da quando morì un ragazzo sullo scooter perché investito da una macchina. Da allora il Comune ha pensato di vietare il passaggio ai mezzi a due ruote, in particolare ai ciclisti. L’ordinanza viene emessa per i giorni dopo la festa di Sant’Agata, ma i cartelli rimangono lì anche dopo che terminano i lavori di pulizia delle strade. Così se qualcuno a torto ci investe l’assicurazione non ci paga. Noi scriviamo lettere, ma l’ordinanza non viene tolta. Le scritte ironiche riguardano in particolare il fatto che la macchina può passare e la bici no”.
Si ringrazia Attilio Pavone per l’immagine



