L’orrore prima della traversata. Torturava, violentava e mandava video ai familiari: condannato 21enne

L’orrore prima della traversata. Torturava, violentava e mandava video ai familiari: condannato 21enne

CATANIA – La Polizia di Stato ha notificato a Niman Muhumd Mahamed, 21 anni, già detenuto nel carcere di Caltagirone (CT), l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa in data 30 aprile dalla Corte di Assise di Appello – Sezione I del Tribunale di Catania – in quanto ritenuto responsabile dei reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sequestro di persona a scopo di estorsione, tortura e violenza sessuale aggravata, in concorso con altri soggetti allo stato non identificati, con l’aggravante della transnazionalità del reato.

Niman Muhumd Mahamed, 21 anni

La misura restrittiva in parola compendia gli esiti di un’attività d’indagine avviata dalla Squadra Mobile di Siracusa a seguito dello sbarco di 483 migranti avvenuto il 14 aprile 2018 al porto di Augusta (SR). Dalle dichiarazioni rese al personale di Frontex da alcuni migranti, era emerso che Muhumd Mahamed collaborava con i trafficanti libici, agendo con crudeltà e cagionando acute sofferenze fisiche ai connazionali ristretti nella connection house, in attesa di essere ammessi alla traversata via mare.

Le successive indagini condotte dagli investigatori della Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione della Squadra Mobile di Catania, congiuntamente al Servizio Centrale Operativo, hanno consentito di appurare che il giovane, all’interno della prigione in Libia, si adoperava quale interprete con i migranti somali ivi reclusi, occupandosi di gestire le transazioni finanziarie aventi a oggetto il pagamento del riscatto a opera dei loro familiari finalizzato a consentire ai migranti di acquistare la libertà e intraprendere la traversata via mare verso l’Italia su natanti di fortuna.



Tra gli altri elementi acquisiti dalle testimonianze rese dai migranti è emerso che l’arrestato percuoteva i suoi connazionali con l’uso di tubi in gomma o bastoni in legno, effettuando sovente riprese audio video delle aggressioni da inviare ai familiari, percuotendo le donne onde costringerle a rapporti sessuali.

Muhumd Mahamed in data 2 maggio 2018 è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto essendo stato individuato nella città di Como, all’interno del locale centro temporaneo di accoglienza. Il gip del Tribunale di Catania, pur riconoscendo il ragazzo responsabile dei reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di favoreggiamento dell’ immigrazione clandestina, ha dichiarato il non luogo a provvedere per difetto di giurisdizione in ordine ai reati di sequestro di persona a scopo di estorsione, tortura e violenza asessuale in quanto commessi interamente all’estero.

A seguito della richiesta di procedere da parte del Ministro della Giustizia, il pm ha esercitato, anche per i reati da ultimo citati, l’azione penale e Niman Muhumd Mahamed  è stato condannato in primo grado per tutte le ipotesi complessivamente ascrittegli: proposto appello avverso la sentenza di condanna, il Procuratore Generale ha richiesto l’applicazione della custodia cautelare in carcere anche per i delitti inizialmente ritenuti improcedibili dal gip per difetto di giurisdizione, che ha condotto a sentenza di condanna da parte del gup, appellata dall’indagato, la cui applicazione è stata richiesta dal Procuratore Generale.