CATANIA – Se da un lato il decreto “Cura Italia” prevede misure urgenti anche per i lavoratori dello Spettacolo, grazie alle trattative del sindacato con il Governo, dall’altra il Dipartimento Artiste e Artisti SLC CGIL Catania rileva che l’indennità di 600 euro prevista sia “un provvedimento insufficiente per far fronte al sostentamento mensile. L’importo è inferiore anche al Reddito di Cittadinanza (780 euro)“.
Ad intervenire è il responsabile del dipartimento, Luigi Tabita, che aggiunge “inoltre la maggior parte dei lavoratori dello spettacolo in Sicilia non potrà avere accesso all’indennità perché è costretta durante l’anno a lavorare in nero o con scritture private dove viene applicato il massimo ribasso. In Sicilia, molte imprese teatrali che prendono le sovvenzioni pubbliche continuano a non applicare i contratti nazionali nonostante firmino, al momento della richiesta del contributo pubblico, che lo faranno. Siamo nell’illegalità completa a discapito del lavoratore“.
“Con l’art. 89 del ‘Cura Italia’ anche queste imprese verranno ripagate del danno subito dal virus e alla fine saranno i lavoratori ad avere come sempre la peggio non potendo accedere all’indennità. C’è bisogno di un maggior controllo dello Stato – conclude il responsabile del Dipartimento -, ed in questa direzione scriveremo, come SLC CGIL, una lettera al Ministero per denunciare questo sfruttamento nei confronti dei lavoratori dello spettacolo, ribadendo che la paura e la rabbia si combattono investendo in cultura e che gli artisti hanno un ruolo importante per la tenuta e la crescita sociale“.
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