Sicurezza nelle campagne e mancata tracciabilità prodotti: tecnologia e maggiori controlli doganali le soluzioni

Sicurezza nelle campagne e mancata tracciabilità prodotti: tecnologia e maggiori controlli doganali le soluzioni

CATANIA – L’ultimo furto di agrumi avvenuto questa settimana a Siracusa, ma soprattutto la sparatoria che ha avuto luogo a Lentini (SR) hanno riacceso il dibattito riguardante la sicurezza nelle zone rurali della nostra isola. Un argomento che chiama in causa diversi aspetti, tra i quali anche quello della vendita dei prodotti, che possono provenire da un furto. Il cliente spesso si trova in difficoltà quando deve scegliere dove comprare roba di questo tipo ed ecco che subentra il problema della tracciabilità.

Abbiamo visto anche come i prodotti venduti al supermercato non siano sempre Made in Sicily come indicato nell’etichetta. Il presidente della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) di Catania, Giuseppe Di Silvestro, spiega come le prime vittime siano i produttori. Per contrastare questa piaga le istituzioni e le forze dell’ordine devono fare la loro parte, anche con il supporto della tecnologia.

“Il fatto accaduto a Lentini – afferma Di Silvestro – mostra come nelle campagne il produttore sia prigioniero delle bande che fanno razzie di prodotti. Ormai il produttore non è più padrone della propria azienda e ha paura. Servono fatti concreti da parte delle forze dell’ordine, perché così noi non possiamo più vivere nelle nostre campagne. Inoltre, il produttore lavora contro la pioggia, contro il vento e contro i consorzi di bonifica per i costi che ci sono. Se si vede rubato il prodotto, che è sempre quello migliore, la sua azienda non può realizzare il reddito che serve per vivere e continuare a produrre. Per il controllo del territorio ci vogliono mezzi moderni, come droni o telecamere in alcuni snodi. Noi abbiamo chiesto l’incontro in Prefettura con il Comitato di Sorveglianza e abbiamo sollevato queste problematiche che io ho posto alla Terza Commissione Parlamentare all’Ars. Le aziende sono a macchia di leopardo e controllarle con un proprio addetto ha un costo elevato. Le difficoltà economiche ci sono, ma chi commette questi atti lo fa per mestiere”.

I prodotti che vengono importati da nazioni extracomunitarie devono essere sempre attenzionati nel migliore dei modi perché gli imbrogli sono sempre dietro langolo.

“Ci vogliono controlli – conclude Di Silvestro – nei porti o in altri posti. Si deve verificare la tracciabilità del prodotto, perché cè chi fa miscele e il consumatore non si trova davanti ciò che desidera. Si deve esporre il luogo dal quale arriva il prodotto. Noi abbiamo gli enti preposti e la legge è uguale per tutti. Talvolta i prodotti che vengono da fuori Europa arrivano in porti europei e vengono sdoganati diventando comunitari. Un inganno che la Comunità Europea deve risolvere. Che un fruttivendolo venda merce rubata è difficile, ma noi ci siamo sempre battuti per l’etichettatura obbligatoria delle merci. In tal senso il ministro Maurizio Martina fece un decreto sul grano duro italiano che adesso bisogna invece rinnovare. Per i controlli ci vorrebbe una sinergia tra il Corpo Forestale e le altre forze dell’ordine”.

Dal canto suo il presidente della Coldiretti Catania, Andrea Passanisi, sottolinea: “Fare agricoltura sta diventando una sfida. Il sistema non regge più e si sta correndo il rischio di una graduale desertificazione del comparto agricolo. Il fenomeno è frequente e non si tratta di gente che ruba per fame, ma di organizzazioni criminali che con una rete capillare vanno a distribuire la refurtiva a grossisti, dettaglianti e venditori ambulanti, non solo nell’area del capoluogo etneo, ma anche al nord. Per paura di ritorsioni o per sfiducia sono in pochi a denunciare e per questo gli esortiamo ad avere il coraggio di farlo sempre, perchè non sono soli. Dall’ultimo rapporto della Prefettura, i controlli delle forze dell’ordine sono stati intensificati, ma serve perseveranza, attenzionando quotidianamente tutta la filiera. Un sistema punitivo più adeguato e sanzioni più rigide per chi non dimostra nè documento di tracciabilità nè fattura o ricevuta. Dobbiamo sensibilizzare i cittadini, invitandoli ad acquistare nei mercatini virtuosi, quelli a chilometro 0 come Campagna Amica, dove a essere tutelata è la dignità dell’agricoltore e la salute del cliente”.