Donna muore in casa per arresto cardiaco, familiari prendono a pugni gli operatori del 118

Donna muore in casa per arresto cardiaco, familiari prendono a pugni gli operatori del 118

PALERMO – Stamattina, a Brancaccio, il 118 ha tentato di soccorrere una donna che è poi morta in casa per un arresto cardiaco. I familiari della vittima hanno aggredito gli operatori del 118 al loro arrivo, un paramedico è stato ferito al volto con dei pugni che gli hanno fratturato lo zigomo.

In merito all’accaduto, i segretari delle federazioni Sanità e Medici della Ugl, Carmelo Urzì e Raffaele Lanteri, hanno espresso la loro solidarietà diffondendo una nota nella quale affermano: “Condanniamo fermamente l’episodio che ha visto coinvolta questa mattina una squadra di operatori del 118, aggredita a Palermo all’interno di un’abitazione. Siamo ancora una volta vicini ai lavoratori, uno dei quali ferito con pugni al volto, mentre continuiamo anche oggi ad invocare pene più severe per gli aggressori e più tutele per gli impiegati del settore“.

Di fronte ad una lista di episodi, sempre più preoccupante non solo in Sicilia ma in tutta Italia – continua la nota -, le istituzioni governative nazionali non possono ancora perdere tempo con la solita stucchevole melina parlamentare. Bisogna concludere in tempi rapidi l’iter del disegno di legge 867 approvato dal Senato e tutt’ora all’esame della commissione Affari istituzionali della Camera, ma soprattutto occorre inserire nel testo il riconoscimento della qualifica di pubblico ufficiale per tutti gli operatori sanitari. In assenza di ciò la nuova norma avrebbe un effetto meno incisivo sulla tutela dell’incolumità di chi lavora all’interno dei luoghi di cura o nei servizi di emergenza e urgenza”.



I segretari Ugl rivolgono poi un appello ai ministri competenti e ai deputati “perché non venga persa un’occasione così importante per dare una prima risposta forte nei confronti di quella che, da anni denunciamo, e che oggi è ormai una vera e propria emergenza quotidiana“.

Solidarietà nei confronti degli operatori aggrediti proviene anche dall’AASI, l’Associazione Autisti Soccorritori Italiani, che ha chiesto alle istituzioni politiche competenti e agli organi di stampa di essere “ambasciatori nel manifestare la piena solidarietà da parte degli autisti soccorritori italiani agli aggrediti, condannando con forza ogni forma di aggressione al personale sanitario. Ribadendo, come già fatto in passato, la necessità di affrontare il tema della prevenzione e delle misure da adottare per tutelare il personale del SSR in un apposito tavolo tecnico di confronto“.

Immagine di repertorio