PALERMO – Una pesante richiesta di risarcimento sarebbe stata inoltrata da Vincenzo Agostino, padre di Nino Agostino, il poliziotto “scomodo” per la mafia palermitana ucciso nel 1989 assieme alla moglie incinta a Villagrazia di Carini, una frazione di Carini, nel Palermitano. Nino sarebbe stato ucciso poiché stava conducendo delle indagini riguardo l’attentato fallito al giudice Falcone dell’Addaura.
Da lì in poi è iniziata una vera e propria lotta da parte del padre della vittima, il quale non si sarebbe mai rassegnato ai presunti depistaggi delle indagini perpetrati da uomini dello Stato stesso. Secondo quando scritto dal giornalista di Repubblica, Salvo Palazzolo, Vincenzo Agostino ha chiesto un risarcimento di ben 50mila euro a Guido Paolilli, ex ispettore accusato di aver depistato le indagini con la distruzione degli appunti del figlio ucciso nel 1989.
Giovedì, dunque, Paolilli dovrà presentarsi davanti al giudice del Tribunale civile di Palermo. Oggi, l’ex ispettore, è ormai in pensione.
Una decisione che sarebbe stata presa assieme al legale di Agostino, Fabio Repici. Sempre secondo quanto scritto da Palazzolo, l’indagine per favoreggiamento nei confronti di Paolilli sarebbe stata chiusa per l’intervenuta prescrizione. Però, un’intercettazione della Dia non lascerebbe alcun dubbio sul ruolo dell’accusato, il quale, durante la visione del programma “La Vita in Diretta“, in una puntata nella quale hanno intervistato proprio Agostino, avrebbe detto al figlio di aver stracciato una “freca di carte” all’interno dell’armadio della vittima di omicidio. Quell’armadio che ancora oggi è avvolto nel mistero.
Fonte immagine Facebook – Vincenzo Agostino