Le principali feste della cristianità sono considerate il Natale (appena trascorso) e la Pasqua. Tralasciando tutti i modi “profani” di festeggiare queste ricorrenze della religione cristiana cattolica, ognuna di esse ha le proprie motivazioni sacre per essere considerata, appunto, una festa.
A Natale si festeggia la nascita di Gesù Cristo, mentre a Pasqua la Sua Resurrezione. Dopo il 25 dicembre, però, c’è un’altra ricorrenza, una sorta di secondo Natale. Trattasi della festa di Santo Stefano. Perché il 26 dicembre si festeggia Santo Stefano? E chi è Santo Stefano?
Le origini di Stefano sono incerte. Si suppone fosse greco e che si stabilì a Gerusalemme, ai tempi aggregato di diverse popolazioni. Fu uno dei primi giudei a diventare cristiano e a seguire gli apostoli.
Come a tanti che come lui diffusero la “Parola di Dio”, anche Stefano fu ucciso e divenne martire. Intorno al 33-34 Stefano fu portato dal furore del popolo fuori dalle mura della città e lì davanti agli occhi di Saulo (in futuro San Paolo), sempre secondo le Sacre Scritture, venne lapidato a morte.
Fu il primo dei Martiri della cristianità e la sua memoria viene festeggiata immediatamente dopo la nascita di Gesù perché nei giorni seguenti alla manifestazione terrena del Figlio di Dio secondo la Bibbia furono posti i “comites Christi“. Questi sarebbero i più vicini non solo nel percorso terreno di Gesù, ma anche i primi a testimoniare la sua presenza e il suo messaggio.
Per questo dopo Natale viene celebrato il 26 il primo Martire della cristianità, il 27 San Giovanni Evangelista, il prediletto da Gesù e il 28 i Santi Innocenti, ovvero i bambini uccisi da Erode nel tentativo di eliminare il neonato Gesù.
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