Sergio Mattarella primo presidente della Repubblica siciliano della storia. Tanto si è scritto e detto ieri su questa elezione. “Mattarella il meno peggio fra tutti i candidati“, “Mattarella uomo troppo mite per riuscire a gestire, quando dovrà, le intemperanze politiche“. Espressioni che in qualche modo fanno male a chi conosce davvero la storia di quest’uomo. Nato e cresciuto nella Democrazia Cristiana, passò dal centro alla sinistra, prima con la Margherita di Rutelli quindi con l’Ulivo di D’Alema. Fu accusato di mancanza di ideali, di fermezza ma in effetti Sergio Mattarella null’altro fece che assecondare le motivazioni del suo percorso politico che lo hanno sempre visto alla sinistra del centro. Anche quando suo fratello Piersanti, presidente della Regione siciliana fu assassinato dalla mafia in via Libertà a Palermo.
La vicenda avrebbe annichilito chiunque, non Sergio Mattarella che a tutti i costi ha voluto continuare il percorso intrapreso dal fratello. Con successo visto che è sempre stato apprezzato, soprattutto per la sua conclamata onestà, dai colleghi di partito e dagli avversari politici.
Ieri, appena eletto, è stato festeggiato ovunque in Sicilia, soprattutto a Palermo e nella sua Castellammare del Golfo. E parole di grande apprezzamento sono giunte da tutti i leader politici siciliani, da Alfano ad Orlando, da Raciti a Bianco.
Ha fatto male ieri, nell’immediatezza dell’esito elettorale, leggere sui vari siti on line le frasi irridenti di Salvini (“Mattarella non sarà il mio presidente”) e di Beppe Grillo (“Mattarella presidente cinquanta sfumature di grigio”).
Frasi dettate dalla rabbia per un risultato che vedeva sconfitti leghisti e cinquestellati, frasi istintive dettate dal rancore che probabilmente Salvini e Grillo si rimangeranno quando vedranno Mattarella all’opera, con la sua fermezza e il rigore dell’uomo di legge che è sempre stato.
Non va dimenticato peraltro il ruolo svolto da Sergio Mattarella negli ultimi otto anni, giudice della Corte Costituzionale, magistrato sempre vigile e attento al rispetto delle regole istituzionali. Siamo certi che questo aspetto Mattarella saprà ben visualizzarlo durante il settennato che lo aspetta al Quirinale.