CATANIA – Questa mattina, su disposizione della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, i carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania hanno eseguito un decreto di sequestro conservativo di beni mobiliari ed immobiliari, emesso dal G.I.P. del Tribunale etneo, nei confronti di due società operanti nel settore della raccolta dei rifiuti in un comune della provincia etnea, per un valore complessivo di 420mila euro.
I militari, all’esito di complesse indagini intraprese nel mese di ottobre 2017, hanno depositato nei successivi mesi una serie di informative di reato alla Procura del capoluogo etneo, denunciando 4 persone, poiché ritenute responsabili di intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro ed estorsione.
Le attività condotte hanno consentito di appurare che i 4 soggetti, amministratori e responsabili delle due società per la gestione dei rifiuti solidi urbani, sfruttavano 7 lavoratori dipendenti (tutti italiani), sottoponendoli a orari e condizioni di lavoro/ferie palesemente difformi dal CCNL (contratti part-time che celavano un impiego full-time, retribuito 5 euro l’ora) nonché a metodi di sorveglianza in violazione delle normative di legge, costringendoli altresì, dietro la minaccia di licenziamento, alla restituzione del TFR (circa mille euro a dipendente) in caso di non accettazione delle condizioni imposte.
Nello scorso mese di aprile, la Procura di Catania ha emesso nei loro confronti un avviso di conclusione delle indagini preliminari.
All’esito di analisi economico-finanziaria, oggi è stato sottoposto a sequestro il fondo su cui insiste una delle due aziende, quale controvalore della somma indicata nel provvedimento.