BELPASSO – L’Etna, la nostra Etna, è il vulcano più grande d’Europa e tra i più attivi della terra. Conosciuto in tutto il mondo, viene guardato con timore e ammirazione da chi non è abituato alla sua imponente presenza e attività.
Il 21 giugno del 2013 diventa Patrimonio dell’Umanità, attraverso l’inserimento nella World Heritage List, dichiarandolo ufficialmente, agli occhi del mondo, Patrimonio dell’Unesco durante la 37esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale Unesco, con la partecipazione di 180 Paesi.
I numerosi sentieri permettono ai visitatori di ammirare tale grandezza, nel rispetto dell’ambiente, preservando le caratteristiche uniche costituite da un ecosistema e un habitat tipiche del territorio.
Quindi, il mondo riconosce il nostro territorio come un patrimonio inestimabile, ma noi come sempre non siamo in grado di apprezzare questa naturale ricchezza. Bisogna sempre fare i conti con l’inciviltà di chi dà per scontato che ci sia sempre qualcun altro che si prenda cura dell’ambiente e del territorio.
Nel 2019 il Parco dell’Etna, zona protetta, appare come una discarica a cielo aperto. Bottiglie di plastica e vetro, preservativi, e rifiuti di tutti i tipi fanno da cornice a un paesaggio unico al mondo.
Non mancano neanche i resti di festeggiamenti per niente sobri: fuochi d’artificio esplosi dopo una notte di baldoria. Alla faccia di Greta e di chi crede che la questione ambientale sia una cosa seria.
Tutto questo davanti a uno dei ristornati più frequentati da turisti e non, che giornalmente salgono sul versante Meridionale, per visitare i Crateri Silvestri. Imputare tutto questo alla responsabilità di una o dell’altra amministrazione sarebbe troppo semplice ed anche un po’ vile.
La verità è che manca l’impegno di ogni singolo cittadino affinché un territorio unico e dal valore inestimabile si preservi nel tempo e resti incontaminato.
Fonte foto: Francesca Capparelli