PALERMO – Giovanni Brusca resta in carcere. La Corte di Cassazione ha rigettato la richiesta, avanzata dai legali dell’ex boss della mafia, per l’ottenimento degli arresti domiciliari. Brusca, infatti, continuerà a scontare la sua pena nel carcere di Rebibbia, a Roma.
Noto come “u scannacristini“, il mafioso si trova rinchiuso in carcere perché ritenuto colpevole della strage di Capaci, durante la quale persero la vita Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della scorta. Era il 23 maggio del 1992 quando vennero fatti saltare in aria con un attacco dinamitardo senza precedenti.
Brusca, famoso nel mondo mafioso e non solo per la sua efferatezza, è noto anche per uno dei delitti più efferati della storia della mafia: quello dell’uccisione del figlio del pentito Santino Di Matteo. Il 13enne venne prima ucciso e poi sciolto nell’acido.
L’ex boss, a cui sono stati imputati più di 100 omicidi, dopo esser diventato collaboratore di giustizia ha potuto usufruire di numerosi “vantaggi”, tra questo la condanna a 30 anni e non all’ergastolo.
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