Aggressione al “Garibaldi” Nesima, ennesimo caso di urla, insulti e violenza contro medici e infermieri: “Servono misure appropriate”

Aggressione al “Garibaldi” Nesima, ennesimo caso di urla, insulti e violenza contro medici e infermieri: “Servono misure appropriate”

CATANIA – Mezzi pubblici e presidi ospedalieri. Questi sono i principali luoghi dove puntualmente si verificano le aggressioni da parte di persone incivili e maleducate contro medici, infermieri, autisti o controllori dell’AMT. Decine di casi, l’ultimo ieri al “Garibaldi” di Nesima, negli ultimi anni per una lunga sequenza di insulti verbali, schiaffi e pugni che assomiglia molto ad un bollettino di guerra.

Ogni volta che il “fattaccio” si compie i fari si accendono sul singolo episodio “con relative promesse di potenziamento di controlli a tutela dell’incolumità del personale proposto. Poi comincia il periodo, più o meno lungo, di relativa tregua e qualcuno pensa che il problema si sia già risolto: niente di più sbagliato”. Il comitato Terranostra, con in testa il suo componente Carmelo Sofia, ha più volte denunciato i fatti chiedendo la creazione di una task force che dagli ospedali fino alle linee dell’AMT possa garantire la sicurezza dei professionisti.

I continui, persistenti e costanti atteggiamenti di prevaricazione e arroganza da parte di alcune persone, che credono di essere i “padroni della struttura ospedaliera o del mezzo pubblico e poter così decidere a loro piacimento modalità e tempistiche di controlli sanitari o di pagamento del biglietto”, vanno assolutamente fermati prima che ci scappi la tragedia. Se il medico, l’infermiere, l’autista o il controllore provano a “interferire” con la loro arroganza, nel migliore delle ipotesi, si beccano un fiume di insulti altrimenti arrivano le botte.

Un “ring” dove ad avere sempre la peggio è il professionista in camice bianco o il personale in divisa. Una continua escalation di violenza che non trova spiegazione ma che va fermata in modo definitivo. Ecco perché il comitato Terranostra lancia ancora una volta la proposta si inasprire le pene e usare altri sistemi per assicurare la pubblica sicurezza. Misure drastiche che prevedano perfino la presenza dei militari, debitamente armati, e abituati ad agire in zone di guerra: esattamente quello che stanno diventando i presidi ospedalieri e gli autobus a Catania.

Dello stesso avviso la Federazione Sindacati Indipendenti, organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei: “È assurdo lavorare con questo clima. Ogni giorno medici e infermieri sono soggetti all’ira di pazienti e familiari. Solidarietà da parte del nostro sindacato – dichiara Calogero Coniglio, segretario regionale e coordinatore nazionale della Fsi-Usae -. Per mettere fine a questa criminalità non sono bastate le nostre denunce a prefetture, procure e questure, le interrogazioni parlamentari presentate, le rassicurazioni, la solidarietà e le varie promesse ricevute. Ribadiamo che sono necessarie le forze di polizia presenti per mettere fine a questa situazione. Giorni fa abbiamo ottenuto il vigilante h 24 a Taormina. La nostra battaglia continuerà ancora per garantire sicurezza al personale sanitario ed ai pazienti che, in questo clima di terrore, non ricevono un servizio sanitario efficiente”.

Immagine di repertorio