Fucile a canne mozze e volto coperto, arrestati rapinatori seriali: tanti colpi in poche ore

Fucile a canne mozze e volto coperto, arrestati rapinatori seriali: tanti colpi in poche ore

PACHINO – Nella giornata di ieri, su richiesta della Procura della Repubblica di Siracusa, a seguito di indagini coordinate dal sostituto procuratore della repubblica dottor Marco Dragonetti, il commissariato di pubblica sicurezza di Pachino (SR), diretto dal vice questore dott.ssa Antonietta Malandrino, ha eseguito l’ordinanza del gip di Siracusa dott.ssa Carla Frau, che ha disposto nei confronti di Vincenzo Accaputo, nato ad Avola, 26 anni, la misura cautelare degli arresti domiciliari e nei confronti di Fabrizio Melfi, nato a Modica, 25 anni, la misura cautelare del divieto di dimora nella Provincia di Siracusa.

L’ordinanza di applicazione della misura cautelare è giunta all’epilogo di una delicata attività investigativa condotta da personale del commissariato di pubblica sicurezza di Pachino, a seguito di quattro distinte rapine (due consumate e due tentate), commesse, il 1° febbraio 2019, da due persone travisate, di cui una armata di un fucile a canne mozze.

Detti delitti, posti in essere dagli odierni indagati, sono stati perpetrati sia nel Comune di Pachino, che nel vicino Comune di Portopalo di Capo Passero, in un arco temporale di poche ore l’una dall’altra, in maniera seriale e con evidente astuzia criminale facendo uso di armi, nello specifico utilizzando un fucile modificato.


(Da sinistra a destra: Fabrizio Melfi, 25 anni, e Vincenzo Accaputo, 26 anni)

Si elencano gli eventi delittuosi contestati:

  • rapina consumata a Pachino nel rifornimento di carburanti Lukoil di via G. Pascoli, dove è stata sottratta la somma di 1200 euro;
  • rapina tentata a Portopalo di Capo Passero, in Via Carlo Alberto ai danni di un anziano;
  • rapina tentata a Portopalo di Capo Passero in una rivendita di tabacchi posta sul corso principale;
  • rapina tentata aggravata a Pachino ai danni di un uomo, avvenuta in via Lincoln, dinanzi alla banca Unicredit filiale di Pachino, dopo aver prelevato dallo sportello bancomat.

Gli elementi di prova raccolti nel corso delle indagini hanno evidenziato un quadro accusatorio di assoluta gravità indiziaria in ordine ai fatti contestati, che si fondano sulle scrupolose attività di indagine svolte dal commissariato di di Pachino.

Rilevanti nel complesso dell’indagine sono stati il tracciamento degli spostamenti degli indagati attraverso le telecamere delle varie zone in cui sono stati commessi i delitti contestati, ma anche le intercettazioni e i tabulati telefonici autorizzati dalla Procura della Repubblica di Siracusa, che ha coordinato le attività investigative.

I risultati conseguiti dagli investigatori del commissariato hanno messo in luce un vero disegno criminoso architettato da Vincenzo Accaputo e da Fabrizio Melfi, che già nei giorni precedenti alla rapina, con premeditazione, si sono muniti di un fucile a canne mozze, col chiaro intento di commettere dei reati.

E infatti, nell’arco di un’unica serata hanno commesso, in concorso, varie rapine a mano armata tra Pachino e Portopalo di Capo Passero.

Gli autori delle rapine, peraltro, tra un evento e l’altro, hanno avuto anche l’astuzia di cambiarsi di abito per sviare le indagini, circostanza questa che è stata accertata grazie alla ricostruzione video, che ha evidenziato come il punto di partenza di ogni delitto fosse l’abitazione di Vincenzo Accaputo.

Infatti, proprio le telecamere di quella zona hanno consentito di cristallizzare la strategia criminale degli indagati e comparare gli abiti indossati con quelli immortalati dalle telecamere, che insistono nei luoghi in cui venivano perpetrati i singoli delitti e con gli indumenti sequestrati nell’abitazione dei sospettati.

Analogamente, altri impianti di videosorveglianza privata hanno svelato il percorso e l’auto usata, riconducibile ad Accaputo, che la sera in esame aveva consentito a quest’ultimo e a Melfi di spostarsi tra Pachino e Portopalo di Capo Passero, circostanza rilevata altresì dalla analisi dei tabulati dei telefoni in uso ai medesimi.

Le modalità della condotta tenuta da entrambi gli indagati, sebbene per buona parte le rapine non siano andate a buon fine, denotano uno studio capillare e certosino per la commissione dei delitti loro contestati, che ha portato il gip a emettere la misura in oggetto.