SICILIA – Il progresso in ambito di telecomunicazioni, si sa, corre veloce. Ma che fare se contestualmente si evolve anche l’arte della truffa telefonica? Stiamo parlando di “Wangiri” o “Ping Call”, l’ultima trovata hacker, proveniente dalla Moldavia, che attacca i tabulati telefonici di vecchie e nuove generazioni: i poveri, ignari, clienti.
Nell’atto pratico funziona così: la vittima riceve una telefonata che dura pochissimi secondi da un numero avente prefisso 373, ovvero quello moldavo. Lo scopo dei truffatori è quello di farsi richiamare in modo che, all’avvio della telefonata, verranno addebitati 1.50 euro ogni 10 secondi.
Il malcapitato sentirà suoni confusi che lo indurranno istintivamente a cercare di capire chi si celi dall’altra parte della cornetta senza ottenere successo ma solo un impoverimento della propria tariffa.
Pare che i truffatori siano dotati di un computer in grado di contattare contemporaneamente migliaia di numeri telefonici casuali in tutto il mondo.
Si tratta, infatti, di un fenomeno che ha già registrato parecchi casi in territorio italiano e più precisamente la denuncia a gran voce arriva dalla questura di Vicenza sulla cui pagina facebook sono già stati pubblicati numerosi post per la sensibilizzazione al problema.
Nel caso in cui dovesse capitare di ricevere una telefonata del genere l’unica cosa da fare è non rispondere. Per riavere i soldi sottratti bisognerebbe procedere con una vera e propria denuncia che comporta tempi burocratici e passaggi lunghi che si possono perfettamente evitare per sconfiggere la piaga sociale.
In generale è anche auspicabile mantenere una certa diffidenza verso tutti i numeri che non hanno una chiara provenienza quanto meno sino a quando l’allerta hacker non sarà rientrata.