PALERMO – Una revoca della scorta che avrebbe del “fantozziano“, l’indignazione di un uomo che, a suo dire, è stato ingiustamente privato della sua protezione. L’ex pubblico ministero Antonio Ingroia, attraverso un lungo post su Facebook, ha espresso tutta la sua rabbia sulla questione.
“L’UCIS, l’organo preposto a valutare i rischi cui ogni cittadino è esposto, ha scelto di ignorare quello che aveva deciso il Consiglio di Stato quando con l’ordinanza urgente del 10 maggio scorso aveva sospeso l’efficacia del provvedimento di revoca della scorta deciso dallo stesso UCIS, ordinando comunque un’immediata rivalutazione della situazione di pericolo e – nelle more – il ripristino della misura di sicurezza revocata per effetto dell’accoglimento dell’istanza di sospensione“, ha scritto Ingroia.
“Ben 20 giorni dopo (con comodo…), il 28 maggio 2019, l’UCIS si è riunito e solo nei giorni scorsi (con ancor più comodo…) mi ha comunicato che nel rivalutare la situazione ha confermato, contro la decisione del Consiglio di Stato, che non sussiste alcun pericolo per la mia incolumità“, ha proseguito con ironia l’ex magistrato.
Ecco che, dopo queste parole, Ingroia spiega il perché della sua rabbia: “Mi sorprende però leggere la motivazione del provvedimento: e cioè che tutto dipende dal fatto che sono cambiate le valutazioni sulla mia sicurezza perché ho cambiato l’indirizzo del mio studio legale a Milano! La prefettura di Milano avrebbe ‘accertato che l’avv. Ingroia non dispone (a Milano) di alcuno Studio Legale o di altro interesse nella provincia’. La verità è un’altra: e cioè che io, ormai da 5 mesi, ho trasferito il mio studio milanese in un nuovo indirizzo, in corso Sempione 72, sempre a Milano“.
“La cosa, nel contempo divertente e tristemente disarmante e preoccupante – ha proseguito Ingroia -, è che nella nota della prefettura di Milano si legge che una pattuglia sarebbe andata a controllare ‘sul citofono condominiale’ (del vecchio indirizzo…) e avrebbe accertato che non è più ‘presente alcuna targhetta’ del mio Studio ‘nello stabile ove prima compariva‘ (e ci mancherebbe!)”.
“Poco mi interessa in sé la questione della revoca della mia scorta. Ne faccio però una questione di principio davanti ad un tale approccio ‘fantozziano’ alla questione sicurezza, quando tanti testimoni di giustizia e cittadini davvero a rischio restano abbandonati a se stessi, mentre troppi politicanti, che nulla rischiano, vanno in giro sulle auto blu a spese di tutti noi“, ha concluso polemicamente l’ex pm palermitano.
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