Unione Italiana Ciechi in scena al Lido Le Palme con “Un sogno a tre punte”

Unione Italiana Ciechi in scena al Lido Le Palme con “Un sogno a tre punte”

CATANIA – Domani, martedì 23 luglio alle ore 21, al Lido Le Palme di viale Kennedy a Catania andrà in scena “Un sogno a tre punte“, saggio finale del Laboratorio teatrale “Come il mare”, realizzato dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Catania, sezione presieduta da Rita Puglisi.

Siamo molti soddisfatti di questo progetto perché ha permesso ai nostri ragazzi di cimentarsi nell’attività teatrale – commenta la Puglisi – Fare teatro fa bene, è uno strumento di relazione e conoscenza di sé attraverso l’incontro con il gruppo e con le propria identità. Inoltre vorrei sottolineare le potenzialità culturali, estetiche, sociali dell’esperienza artistica teatrale. Ringrazio tutti coloro che hanno realizzato questo momento magico”.

Da marzo a luglio 2019 il laboratorio ha coinvolto 15 persone dai 18 ai 72 anni, con disabilità visiva e alla loro prima esperienza teatrale. Lo scenario è stato un modo per trasmettere contenuti culturali, sentimenti, emozioni. Ma è stato anche un luogo d’incontro con l’altro, di condivisione. Ha favorito l’acquisizione di abilità verbali, motorie e forme di espressioni nuove e diverse. Ha arricchito la sensibilità personale, rinforzando lo scambio interpersonale e l’appartenenza al gruppo. Ha stimolato le capacità creative e la condivisione delle emozioni attraverso nuove forme di linguaggio che spaziano dal corpo, alla voce, all’ascolto e ha offerto anche l’opportunità di raggiungere una maggiore consapevolezza di sé e apertura verso gli altri cercando di superare limiti e barriere psicofisiche e comportamentali.

Nel caso specifico, tra l’altro, il superamento dei cosiddetti ciechismi (i dondolii, il parlare con la testa abbassata e un filo di voce, il verbalismo logorroico, lo strascichio di piedi etc.) che contribuiscono a rafforzare i pregiudizi consolidati nel mondo dei normodotati.

La regia e il testo sono di Tiziana Giletto, le musiche di scena sono di Orazio Gianguzzo, che le suona dal vivo con la sua fisarmonica, la scenografie e il disegno luci sono curati dagli allievi del corso di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Catania, coordinati da Antonino Viola e Giuseppe Aldo Zucco.

Lo spettacolo è un sogno – afferma la regista -. Frammenti della nostra terra, miti, leggende, storie, si susseguono, ognuna di loro come nei sogni è frutto di un insieme d’impulsi nervosi assolutamente casuali, in grado di creare dei veri e propri corto circuiti. Da qui un mix di immagini e sensazioni: i sogni per l’appunto. Filo conduttore: la Sicilia e il mare. Il Sognatore, ora protagonista del sogno, ora spettatore, approda in questa ‘terra’, s’immerge in un flusso di ricordi frammentati, mescola la propria esistenza, i propri desideri, le proprie paure travestite da mostri. Un viaggio in un luogo poetico e misterioso, dove potersi smarrire per poi ritrovarsi, e riscoprire la complicità con la propria storia, le proprie origini, le proprie radici. A raccontare le sue visioni ‘LA VOCE DEL MARE’, a creare ‘I QUADRI’ Sikilia, lo spirito dell’Isola, ‘L’APPARECCHIASOGNI’, che plasma la materia dei sogni”.

Nelle intenzioni della Giletto, lo spettacolo vuole ricreare una dimensione dentro un tempo che il Sognatore non vedente e gli spettatori possono vivere le emozioni attraverso gli altri sensi, favorendo in questo modo il passaggio dalla semplice conoscenza alla percezione più profonda dei luoghi che ci appartengono. Per quanto riguarda i costumi, la scelta della tuta da lavoro, per tutti uguale, è stata dettata dalla necessità di un’omogeneità, dalla possibilità di un utilizzo artistico del bianco attraverso le luci e in special modo dal desiderio di veicolare un messaggio preciso: i sogni perché si realizzino necessitano di lavoro, fatica, impegno.

“‘Un Sogno a tre punte’ è uno spettacolo in cui si può scegliere di stare ad occhi chiusi. Chiudi gli occhi. Vedi. Comincia a sognare”.