CATANIA – La Polizia di Stato, da attività info-investigativa, è venuta a conoscenza che da circa un mese si sono verificati giornalmente dei furti di autovettura parcheggiate nella pubblica via, nella zona Nesima.
In particolare, lo scorso 28 giugno si sono presentati all’ufficio denunce del commissariato, due vittime dei furti ed entrambe hanno riferito che i mezzi di loro proprietà erano stati rubati da ignoti, che utilizzando un furgone di colore rosso dotato di gancio idraulico, imbragavano le macchine caricandole sul cassone del furgone.
L’8 luglio è stato denunciato un altro furto e in tale occasione le telecamere poste lungo la via hanno permesso di immortalare l’evento criminoso.
Le indagini avviate immediatamente grazie anche alle immagini della telecamera hanno permesso di rilevare il numero di targa del furgone dotato di braccio idraulico, con il quale i malfattori avevano consumato il furto e dalla targa estrapolata dalle immagini si è risaliti al proprietario intestatario, tale G. I., titolare di una ditta di rottami nella zona industriale.
Dalle risultanze di quanto emerso dalle investigazioni, ieri è stato predisposto un adeguato servizio di osservazione nella zona dove era ubicata la ditta e intorno alle ore 4,30 gli agenti operanti hanno visto uscire dalla strada un altro furgone di colore rosso dotato di braccio idraulico sempre intestato al medesimo proprietario con a bordo due persone, successivamente identificate per i fratelli Davide Francesco Canalicchio, 44 anni, e Rosario Canalicchio, 40 anni, entrambi pregiudicati.
Pedinati a debita distanza fino al viale Odorico da Pordenone, all’altezza del rifornimento Esso, dove con fare assolutamente organizzato e quasi “professionale” caricavano rapidamente un’autovettura Ford Ka di colore grigio.
I due fratelli Canalicchio si sono recati con la refurtiva sulla circonvallazione rapidamente in direzione Monte Po, per dirigersi verso la tangenziale in direzione della SS114, fino allo svincolo della zona industriale, raggiungendo la ditta di rottami.
Quando i due fratelli, scesi ambedue dal furgone, hanno aperto il cancello per accedere all’interno dell’area del capannone, sono stati bloccati dagli agenti.
Nel frattempo, i poliziotti hanno avvisato i proprietari della macchina appena rubata, i quali hanno subito denunciato il furto recandosi negli gli uffici di polizia, e arrestando i due malfattori stante la flagranza del reato di furto aggravato in concorso.
Mentre si procedeva alle ispezioni del rito, è arrivato sul posto un altro furgone di colore rosso sempre intestato alla medesima ditta, anche questo dotato di braccio idraulico, con una Fiat Punto di colore rosso priva di targhe, nel cassone.
Da sinistra (Davide Canalicchio, Rosario Canalicchio, Antonio Carani, Francesco Belpanno)
Gli occupanti del mezzo sono stati bloccati e identificati come Antonino Carani, 22 anni, e Francesco Belpanno, 25 anni, pregiudicato in atto sottoposto al regime dell’affidamento in prova con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, i quali, hanno dichiarato di aver preso l’autovettura in via Palermo.
L’autovettura, una Fiat Punto di colore rosso che si trovava sul cassone del furgone, risultava essere di provenienza furtiva e dopo qualche indagine si è potuto risalire alle generalità del proprietario.
I controlli sono stati svolti all’interno dell’area recintata della ditta e del capannone, individuando un’Alfa Romeo Giulietta di cui ne era stato denunciato il furto in data odierna nella stazione dei carabinieri di piazza Dante.
Inoltre, all’interno del capannone sono state ritrovate 4 carcasse di cui due di autovettura e due di autocarro, con i telai illeggibili poiché, erano stati appositamente accartocciati e resi completamente non rintracciabili.
Alla luce dei fatti, le persone sopracitate sono state arrestate per i reati contro il patrimonio e furto aggravato in concorso. Mentre il proprietario della ditta è stato denunciato in stato di libertà per i reati riciclaggio e ricettazione nonché per attività di gestione di rifiuti no autorizzati.
Avvisata l’autorità giudiziaria ha disposto per i 4 arrestati la misura degli arresti domiciliari in attesa del processo per direttissima da svolgersi nella giornata di oggi presso il Tribunale di Catania.