La scomparsa e l’uccisione di Mariella Cimò: condannato a 25 anni Salvatore Di Grazia

La scomparsa e l’uccisione di Mariella Cimò: condannato a 25 anni Salvatore Di Grazia

SAN GREGORIO – È stata confermata dalla Corte di Assise di Appello di Catania la condanna a 25 anni di carcere per Salvatore Di Grazia, l’83enne di San Gregorio di Catania accusato di aver ucciso la moglie Mariella Cimò e averne fatto scomparire il corpo mai ritrovato. L’ipotesi sarebbe da ricondurre a motivi economici e passionali.

La donna scomparve dall’abitazione della coppia il 25 agosto 2011, la denuncia fu stata presentata dal marito il 5 settembre successivo. I due erano sposati da 43 anni. Negli ultimi periodi c’erano stati dei contrasti tra marito e moglie, in particolare sulla gestione di un autolavaggio self service di Aci Sant’Antonio, di proprietà della Cimò e nel quale lavorava Di Grazia. La donna lo voleva vendere mentre il marito era assolutamente contrario, anche perché per gli investigatori utilizzava gli uffici per incontri extraconiugali.



La sentenza di primo grado era stata emessa il 7 aprile del 2017. I difensori dell’uomo hanno provato in tutti i modi a smontare quello che è stato esclusivamente un processo indiziario, senza prove certe. Di Grazia – che si è sempre dichiarato innocente ed è convinto dell’allontanamento volontario della moglie – resterà in stato di libertà con l’obbligo di soggiorno dalle 21 alle 7 ad Acireale, suo Comune di residenza. Non andrà in carcere fino a che la sentenza non sarà definitiva.

Immagine di repertorio