Caso Loris, Veronica è una donna “larva”. Domani il dna comparativo

Caso Loris, Veronica è una donna “larva”. Domani il dna comparativo

AGRIGENTO – Continua a gridare la sua innocenza dal carcere, ma nessuno sembra volerle credere. Veronica Panarello è sempre più sola. Sta male e perde un chilo a settimana. Una donna “larva”, così l’ha definita il suo stesso legale, l’avvocato Francesco Villardita, che in un’intervista a “Mattino Cinque” ha detto che “non mangia, che pensa sempre al figlio morto, e che vorrebbe piangere sulla sua tomba”. Il legale ha aggiunto inoltre che Veronica “pensa all’altro bambino, al marito che l’ha abbandonata e alla famiglia distrutta”. “La mamma di Loris mi ha detto – ha continuato Villardita <<Io me ne vado a morire e non mi interessa assolutamente di rischiare l’ergastolo perché questo omicidio non l’ho commesso io. Che vada in carcere il vero assassino di mio figlio>>”.

Nemmeno la visita inaspettata del marito Davide Stival è riuscita a tirarla su, anzi. Dopo quasi un mese dall’arresto della moglie, il padre del piccolo Loris ieri è andato a trovarla nel carcere di Agrigento, dove Veronica Panarello è rinchiusa con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Ma dopo averla guardata dritta negli occhi Davide Stival non vorrà più incontrarla. Cosa è trapelato dalle  parole della donna, dalle sue lacrime, dalle sue dichiarazioni? Veronica, che lo aveva più volte invitato ad andarla a trovare, ribadendo di essere innocente, durante il colloquio ha ripetuto più volte di non essere stata lei ad uccidere il piccolo Loris. “Ma le immagini delle telecamere dicono un’altra cosa”, questa la contestazione mossa da Davide Stival alla moglie durante il colloquio: un incontro che ha molto scosso il marito, tanto che ha fatto sapere, tramite il suo legale, che non ne seguiranno altri.

Anche la sorella di Veronica, Antonella Panarello, torna a sparare a zero contro la donna. Lo fa attraverso i microfoni di Uno Mattina e della Vita in diretta. La donna ha ribadito più volte, anche tra le lacrime, che Veronica avrebbe agito ma con l’aiuto di un complice. “Lei sa chi è stato – ha detto Antonella – forse lei era davanti è non ha potuto fare niente. È un mio pensiero e non mi sento di scagionarla”. E alla domanda come mai non è andata in carcere a trovare la sorella, Antonella ha risposto “I miei figli non vogliono”.



Sul fronte delle indagini domani è in programma un’altra riunione in Procura, ed è già al vaglio degli inquirenti la decisione di poter procedere al cosiddetto dna comparativo, una tecnica che è stata già adoperata a Brembate durante le indagini sul caso di Yara Gambirasio.

Sarà invece una ditta di Catania ad analizzare le immagini delle telecamere a circuito chiuso per conto della difesa. A breve potrebbe essere richiesto un incidente probatorio per verificare l’allineamento degli apparecchi. Una questione di orari che secondo la difesa potrebbero non coincidere. “Ci sono poi le testimonianze raccolte nell’immediato – ha aggiunto il legale di Veronica Panarello – come quella della vigilessa che dice di aver visto la mia assistita per la quale non sarà chiesta alcuna perizia psicologica”.