CATANIA – Dagli operai delle Acciaierie, scesi in protesta appena due giorni fa a difesa della loro azienda a rischio chiusura, ai 69 ricercatori della Myrmex che per Natale come regalo hanno ricevuto le lettere di licenziamento.
Ma il 2014 è stato segnato anche dalle proteste eclatanti delle maestranze del Teatro Massimo Bellini. Per più di un mese in 28 hanno condotto la battaglia dal tetto dell’Ente catanese per chiedere un contratto a tempo indeterminato dopo oltre 25 anni di precariato.
A far sentire la propria voce anche i lavoratori della Micron, colosso americano leader nella produzione di memorie. Teatro delle proteste è stata questa volta la zona industriale. Davanti i cancelli del Modulo M6, i dipendenti della Micron e i sindacati hanno scioperato a sostegno di quei colleghi rimasti ancora senza lavoro. Obiettivo del sindacato, “zero esuberi”.
A chiedere un lavoro gli ex portalettere della ditta di recapito privato Palma srl che più volte durante questi ultimi mesi hanno manifestato davanti gli uffici postali in via Etnea. Più di 40 i lavoratori che hanno perso il posto per mancanza del rinnovo del contratto da parte di Poste Italiane.
Il 2014 ha visto mobilitarsi anche i forestali e gli stagionali del Consorzio di Bonifica 9. E poi è stata la volta degli operatori della formazione professionale rimasti senza occupazione. Coraggiosa la marcia di alcuni di loro fino a Roma per fare un appello a papa Francesco. E ancora, i lavoratori del pubblico impiego mobilitati per chiedere a Renzi il rinnovo del contratto.
L’ ultimo mese infine ha visto tornare in primo piano la vicenda degli ex lavoratori Cesame che si sono riuniti in cooperativa con l’obiettivo di salvare la storica fabbrica chiusa dal 2007. Per loro dopo aver tirato fuori striscioni e bandiere contro l’inerzia delle istituzioni che stava mettendo a rischio il progetto è arrivata la notizia che la Regione ha finalmente aperto il tavolo tecnico che di fatto avvia la negoziazione per l’assegnazione del finanziamento alla cooperativa.
“Il 2014 è stato sicuramente un anno di lotta – ha commentato Giacomo Rota, segretario generale Cgil Catania – con tantissime vertenze ancora aperte. Il sindacato ha portato avanti una forte contrapposizione nei confronti sia del Governo nazionale, per quanto riguarda la partita delle riforme, sia nei confronti di quello regionale per la sua disattenzione verso i problemi del lavoro e dello sviluppo, ma anche di una mancanza di strategia per risolvere le grandi crisi industriali. Dalla microelettronica al commercio. La recessione non ha risparmiato nessun settore”.
E aggiunge. “Di fronte alle numerose vertenze di lavoro la Prefettura ha garantito sempre un tavolo. E devo dire che anche l’amministrazione comunale è riuscita a darci una sponda per poter continuare a discutere e applicare la concertazione. Sono convinto che il 2014 è stato un anno duro e pesante ma il 2015 non sarà un anno che ci farà ridere”.
A tracciare un bilancio degli ultimi 12 mesi anche Fortunato Parisi, segretario generale della Uil Catania. “E’ stato un anno travagliato. Tantissimi i lavoratori scesi in protesta. Mi auguro che con il 2015 possano chiudersi alcune delle vertenze storiche della città per ridare cosi fiato allo sviluppo e all’economia del territorio, ma soprattutto per dare lavoro che manca”.
Rosaria Rotolo, segretario generale della Cisl Catania ha affermato “Per il 2015 il nostro impegno continuerà nella pressione sociale alle amministrazioni comunali su revisione e qualificazione della spesa, per tariffe e tasse più eque e servizi sociali adeguati. E perché siano impiegati i fondi comunitari nell’infrastrutturazione del territorio e nella costruzione attorno alle eccellenze produttive di nuove opportunità per occupazione e sviluppo”.